Che cosa sono i lazy girl jobs tanto desiderati dalla Gen Z

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Che cosa sono i lazy girl jobs tanto desiderati dalla Gen Z

| 18/11/2023
Fonte: Pexels

Una nuova tendenza che spopola tra le più giovani

  • I “lazy girl jobs” sono una tendenza lavorativa tra le giovani della Generazione Z che cercano flessibilità oraria e bilancio tra lavoro e vita personale
  • Questi lavori sono spesso legati alla tecnologia e permettono di lavorare in remoto, offrendo stipendi ben remunerati
  • Le donne che scelgono questi lavori non sono pigre, ma cercano riduzione dello stress e più tempo libero per se stesse e i propri hobby
  • Tuttavia questa tendenza potrebbe contribuire alla disparità di genere e alimentare la sindrome dell’impostore tra le donne
  • Etichettare questi lavori come “lazy girl jobs” potrebbe accentuare i problemi di discriminazione e insicurezza professionale che le donne già affrontano

 

I “lazy girl jobs” (letteralmente “lavori per ragazze pigre”) sono la nuova tendenza lavorativa che si sta diffondendo tra le ragazze della Generazione Z. Questi lavori sono una reazione alla cosiddetta “worker exploitation” che abbiamo registrato durante il biennio del Covid. Tutto è partito da Gabrielle Judge che nel maggio 2023 ha coniato questo termine. Conosciuta come “antiworkgirlboss” su Instagram, l’influencer di 26 anni ha abbandonato un lavoro stressante in un’azienda tecnologica per dedicarsi al mondo dei social.

Il nome “lazy” può trarre in inganno, ma questi lavori non vengono scelti perché le donne in questione siano sfaticate o pigre. Più che altro sono alla ricerca di flessibilità oraria, riduzione dello stress e maggiore tempo libero da dedicare a se stesse e ai propri hobby. Insomma vogliono un equilibrio tra lavoro e vita personale e non vogliono dover sottostare a ruoli che spesso causano bornout. Per questo si affidano a lavori che hanno a che fare con la tecnologia che permette loro di lavorare in remoto e che sono anche ben remunerati, con stipendi compresa tra i 60.000 e gli 80.000 dollari all’anno.

Attenzione al risvolto della medaglia

Una tendenza che, come detto, va contro il passato con le donne che un tempo si definivano con orgoglio “girl boss”. Oggi la Generazione Z non vuole invece avere potere, ma un reddito che la soddisfi pur senza compromettere la propria vita privata. Eppure, come abbiamo accennato prima, c’è il rischio che queste definizioni vadano a penalizzare tali ruoli andando a contribuire alla disparità di genere.

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Possono infatti alimentare la sindrome dell’impostore tra le donne dando vita ad una sensazione di insicurezza ed inadeguatezza minando fiducia e sicurezza professionale. Spesso molte finiscono per chiedersi se sono abbastanza qualificate per il lavoro che svolgono. E se già il gentil sesso affronta molte discriminazioni a lavoro, etichettare determinati “lazy girl jobs” potrebbe accentuare ulteriormente questi problemi.

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