Cucinare in lavastoviglie: la nuova frontiera della sostenibilità o solo un piatto sporco?
- Sempre più persone sperimentano la cottura in lavastoviglie per risparmiare energia
- Il metodo consiste nel sigillare gli alimenti in contenitori termoresistenti durante il ciclo di lavaggio
- Si parla di una cottura “dolce”, simile alla sous-vide, senza uso di detersivo
- Chef e nutrizionisti mettono in guardia sui rischi igienico-sanitari
- La sicurezza alimentare resta il principale problema del trend
Cucinare in lavastoviglie è la nuova mania da social che ha invaso cucine e lavatoi. L’idea? Sfruttare i cicli di lavaggio per preparare piatti leggeri e sostenibili, con zero padelle da lavare. Un sogno per i fan del minimalismo e della bolletta elettrica ridotta. Basta infilare salmone, verdure o uova in contenitori sigillati, posizionarli nel cestello e avviare il programma (meglio se senza detersivo, a meno che non si voglia il sapore di limone chimico come spezia principale).
La temperatura interna della lavastoviglie, durante i cicli più delicati, può raggiungere i 50-70°C: perfetta, dicono gli appassionati, per una cottura dolce simile alla tecnica sous-vide. Una soluzione apparentemente furba per chi cerca sostenibilità senza perdere l’appetito.
Cottura in lavastoviglie: sostenibile o rischiosa?
Ma tra un post virale e un tutorial improvvisato, i professionisti del settore iniziano a storcere il naso. Perché se l’idea di una lasagna cotta accanto ai piatti sporchi è abbastanza disturbante di per sé, il vero problema sta altrove: nella sicurezza alimentare.
Secondo molti esperti, infatti, la cottura in lavastoviglie è troppo imprecisa per garantire l’eliminazione dei batteri. In particolare, carne e pollame potrebbero non raggiungere le temperature minime necessarie per essere considerati sicuri. A quel punto, più che a tavola, si rischia un appuntamento al pronto soccorso.
Cottura alternativa o rischio alimentare travestito da trend?
La questione non è solo batterica. C’è anche il tema dei contenitori utilizzati: devono essere perfettamente ermetici, resistenti al calore e, possibilmente, non trasformarsi in bombe a vapore. Perché se entra l’acqua, il vostro filetto di branzino potrebbe uscire con un leggero retrogusto al brillantante.
E poi c’è la grande domanda: questa cottura è davvero sostenibile? In parte sì, perché consente di risparmiare sull’energia rispetto a forno o fornelli. Ma se ogni ciclo viene usato solo per cuocere e non anche per lavare le stoviglie, il guadagno ecologico rischia di evaporare in fretta.
Quando il trend diventa una questione di buon senso
Chi promuove la cottura in lavastoviglie sottolinea i benefici per una cucina più green e meno stressante. Ma come in tutte le cose, serve buon senso. Non tutto ciò che si vede online merita di finire nel piatto, soprattutto se cucinato vicino a un cucchiaio incrostato.
In definitiva, la lavastoviglie può forse cuocere un uovo o scaldare un vasetto di verdure, ma non è un forno a vapore. E nemmeno uno chef stellato. Se proprio volete provarci, fatelo con attenzione, scegliendo cibi adatti e contenitori certificati. Meglio ancora: consultate un esperto prima di trasformare il lavaggio dei piatti in una cena gourmet.
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Cottura in lavastoviglie: esperimento curioso, non regola di cucina
Insomma, cucinare in lavastoviglie non è proprio il male assoluto, ma neanche il nuovo standard culinario. È un esperimento interessante per chi ama la cucina alternativa e l’efficienza energetica, ma non privo di incognite. Prima di buttare il filetto tra i bicchieri, forse conviene ancora accendere i fornelli. Magari meno instagrammabile, ma sicuramente più sicuro.
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- https://www.ilgiornale.it/news/attualit/cucinare-e-lavare-ortaggi-e-frutta-lavastoviglie-e-lavatrice-2364520.html
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