“Troppa fatica”: detenuto ai lavori socialmente utili si fa di nuovo arrestare

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“Troppa fatica”: detenuto ai lavori socialmente utili si fa di nuovo arrestare

| 13/04/2023
Fonte: Pexels

Il bizzarro caso è avvenuto in provincia di Monza Brianza

  • Un uomo avrebbe dovuto scontare sette anni e quattro mesi di carcere
  • Tuttavia era stato messo in prova ai servizi sociali
  • Gli era stato offerta la possibilità di prestare servizio per una cooperativa brianzola che si occupa di lavori di pulizia e manutenzione e cura del verde
  • Il protagonista di questa vicenda, però, ha trovato troppo usurante e faticoso questo incarico
  • E così si è recato dai Carabinieri, chiedendo di farsi arrestare nuovamente

 

Proprio non ce l’ha fatta questo detenuto a tenersi stretta la libertà in cambio dei lavori socialmente utili. Piuttosto che darsi da fare per la comunità, ha preferito tornare il carcere. È il caso di un uomo di Seregno (in provincia di Monza Brianza) che ha voluto fare rientro in cella, facendosi arrestare dai carabinieri di Besana Brianza. “Troppa fatica, meglio il carcere”, è questo il motivo che ha addotto di fronte alle forze dell’ordine. Il protagonista di questa vicenda era stato condannato in primo grado a Monza nel luglio del 2020 ed avrebbe dovuto scontare una pena di sette anni e quattro mesi di reclusione con il rito abbreviato.

Ora però stava scontando la sua condanna in regime di affidamento in prova ai servizi sociali. Questa misura alternativa alla detenzione prevedeva di prestare servizio per una cooperativa brianzola che si occupa di effettuare lavori di pulizia e piccoli interventi pubblici di manutenzione e di cura del verde. Insomma, c’era da far andare le mani. Per l’uomo, però, si dovevano un po’ muovere troppo le mani. “Non ci lasciano respirare, meglio la cella di tutto quel lavoro”, avrebbe spiegato ai militari.

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Si tratta già del secondo caso di rinuncia al lavoro nel giro di poche settimane

E a quanto pare non è nemmeno l’unico caso perché, stando a quanto riferito dall’Arma, è già la seconda persona che rinuncia al lavoro a favore della custodia detentiva nel giro di poche settimane. Insomma, c’è chi farebbe di tutto pur di prendersi la propria libertà – comprese fughe rocambolesche di cui spesso vi abbiamo parlato – e chi invece predilige il carcere piuttosto che qualche colpo di rastrello di troppo. E questa volta non c’entra nemmeno la moglie, come talvolta è accaduto in passato con uomini che hanno implorato, letteralmente, di tornare in carcere piuttosto che trascorrere anche solo un’ora in più ai domiciliari con la propria consorte.

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