Un’alimentazione sana ed equilibrata ha ripercussioni positive sul nostro cervello
- Nuovi studi dimostrano che ciò che mangiamo influisce profondamente sul nostro umore e comportamento
- Il 95% della serotonina, importante per l’umore, è prodotta nell’intestino, dove vive un complesso ecosistema microbico
- Le diete tradizionali, come quella mediterranea o giapponese, sono associate a un rischio di depressione inferiore del 25–35% rispetto alla dieta occidentale
- Le diete estreme, che eliminano molti alimenti o raccomandano lunghi periodi senza mangiare, influiscono negativamente sul cervello, aumentando stanchezza, infelicità, tensione e irritabilità
- Modificare l’alimentazione può migliorare l’umore e il benessere psicofisico, grazie all’effetto sul microbiota intestinale
Per molti anni la medicina non ha riconosciuto pienamente il legame tra alimentazione e salute mentale. Oggi, però, nuovi studi dimostrano che ciò che mangiamo influisce profondamente sul nostro umore e comportamento.
La produzione di serotonina
Il cervello è un organo esigente e sensibile. Se privato di nutrienti di alta qualità, o esposto a radicali liberi e infiammazioni sistemiche, può subire alterazioni che compromettono la funzione cognitiva e il benessere emotivo. È quindi prevedibile che un’alimentazione scorretta porti a conseguenze negative anche a livello psicologico.
Un aspetto centrale in questo campo riguarda la serotonina, un neurotrasmettitore essenziale per regolare umore, appetito, sonno e dolore. Sorprendentemente, circa il 95% della serotonina è prodotta nel tratto gastrointestinale, che è popolato da milioni di neuroni del Sistema Nervoso Enterico, e influenzato direttamente dal microbioma intestinale. I batteri “buoni” presenti in questo ecosistema non solo aiutano la digestione, ma svolgono anche un ruolo chiave nella regolazione dell’infiammazione, nella protezione della mucosa intestinale e nella comunicazione tra intestino e cervello.
I benefici delle diete mediterranea e giapponese
Gli studi dimostrano che le diete tradizionali, come quella mediterranea o giapponese, sono associate a un rischio di depressione inferiore del 25–35% rispetto alla dieta occidentale. Questi modelli alimentari sono ricchi di verdure, frutta, cereali integrali, pesce, frutti di mare e solo piccole quantità di carne e latticini. Sono inoltre poveri di cibi industriali e zuccheri raffinati, spesso responsabili di infiammazione e squilibri intestinali. In più, molti alimenti tradizionali sono naturalmente fermentati e agiscono come probiotici.
Anche se può sembrare sorprendente, è sempre più evidente che il microbiota non regola solo l’assorbimento dei nutrienti, ma influenza anche infiammazione, livelli di energia e umore. Questo porta a una nuova consapevolezza: modificare la propria alimentazione può diventare un intervento concreto sulla salute mentale.
No alle diete drastiche
Gli esperti consigliano di iniziare eliminando dalla dieta, per 2-3 settimane, alimenti ultra-lavorati e zuccheri, per osservare eventuali cambiamenti nel benessere fisico e mentale. Successivamente, è utile reintrodurre gradualmente gli alimenti e monitorare la risposta del corpo e della mente. È bene anche fare attenzione al consumo di alcol e di caffeina, che possono influire negativamente sull’umore e sul sonno.
Inoltre, le diete che eliminano molti alimenti o raccomandano lunghi periodi senza mangiare possono impedire al nostro cervello di ottenere tutta l’energia e i nutrienti di cui ha bisogno per funzionare bene.
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Le diete estreme possono anche farci sentire molto affamati, aumentando stanchezza, infelicità, tensione e irritabilità, oppure scatenare delle voglie smodate di cibo che possono portarci a mangiare fuori controllo e scatenare sensi di colpa. Seguire una dieta sana ed equilibrata consente di migliorare l’umore, la salute mentale e di avere una vita più sana e felice.

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Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.nutrition.org.uk/nutrition-for/food-and-the-brain/
- https://www.aetna.com/health-guide/food-affects-mental-health.html
- https://www.health.harvard.edu/blog/nutritional-psychiatry-your-brain-on-food-201511168626