La donna più gelosa del Regno Unito fa fare il poligrafo al marito ogni volta che torna a casa

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La donna più gelosa del Regno Unito fa fare il poligrafo al marito ogni volta che torna a casa

| 28/08/2025

Debbie Wood, la donna più gelosa del Regno Unito, tra test della verità e console per trattenere il marito in casa

  • Debbie Wood è conosciuta come “la donna più gelosa del mondo”
  • Soffre della Sindrome di Otello, un disturbo delirante legato alla paura del tradimento
  • Controlla ossessivamente il marito Steve: email, telefono, movimenti bancari
  • Lo sottopone regolarmente al test del poligrafo per verificare la sua fedeltà
  • Ha comprato tre Xbox per tenerlo a casa, ma l’ansia non è diminuita

 

Quando si parla di gelosia di coppia, spesso si pensa a piccoli sospetti o a messaggi controllati al volo. Ma la storia di Debbie Wood, quarantanovenne inglese, porta il concetto a un livello del tutto nuovo, o forse sarebbe meglio dire… a un altro pianeta. Debbie è stata soprannominata dai media come “la donna più gelosa del Regno Unito” e il motivo è tutto nei suoi comportamenti fuori dal comune.

La sua relazione con il marito Steve è iniziata nel 2011, grazie a Facebook. Ma fin dai primi tempi, l’amore ha lasciato spazio a una vera e propria ossessione. Debbie ha cominciato a controllare compulsivamente email, telefono, conti bancari e qualsiasi altra traccia digitale del partner, spinta da un’incontrollabile paura del tradimento.

Sindrome di Otello: quando la gelosia diventa patologica

Non si tratta solo di un carattere possessivo: a Debbie è stata diagnosticata la Sindrome di Otello, un disturbo psichiatrico caratterizzato da una gelosia delirante e costante, spesso immotivata, che porta il soggetto a vedere infedeltà ovunque. A complicare il quadro, Debbie convive anche con disturbo bipolare e dismorfofobia, alimentando una spirale emotiva difficile da gestire.

Per affrontare la situazione, è ricorsa a una terapia a base di ansiolitici, ma i sintomi non sono mai scomparsi del tutto. Anzi, hanno assunto forme sempre più creative. Come quella volta in cui, per assicurarsi che il marito non uscisse di casa, ha deciso di regalargli tre console Xbox. Una mossa strategica? Forse. Efficace? Decisamente no.

Xbox, test del poligrafo e panico da supermercato

Il piano era semplice: se Steve ha abbastanza videogiochi, perché mai dovrebbe avere voglia di mettere il naso fuori? Ma Debbie ha presto scoperto che il joystick non può competere con le sue ansie. Anche dopo il regalo “di contenimento”, ha continuato a sottoporre il marito al test del poligrafo ogni volta che rientrava in casa. Un rituale piuttosto singolare, ma che per lei rappresenta una necessità vitale.

Non si tratta solo di infedeltà reale, ma della paura ossessiva che possa accadere anche solo un gesto ambiguo. Lo ha raccontato lei stessa in un’intervista: anche quando Steve usciva per prendere il latte, scattava il panico all’idea che potesse fare un sorriso di troppo alla cassiera del supermercato. Un semplice “buongiorno” bastava a farle immaginare scenari da telenovela.

Gelosia estrema e vita quotidiana: una convivenza complicata

La convivenza, come si può intuire, non è delle più semplici. Steve ha mostrato una pazienza quasi sovrumana, accettando persino il costante monitoraggio. Ma il limite tra amore e controllo ossessivo è stato ampiamente superato. Debbie stessa ha ammesso che tutto è nato dopo una relazione passata che l’ha lasciata emotivamente devastata. Da quel momento, la fiducia è diventata un lusso che non riesce più a concedere.

Il caso di Debbie è stato ampiamente trattato dai media britannici, non tanto per il gossip, quanto per l’aspetto clinico e sociale. La Sindrome di Otello, infatti, è una patologia rara ma riconosciuta, che può rendere la vita di coppia insostenibile se non viene adeguatamente trattata. E non bastano certo tre Xbox a risolvere la situazione.

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Conclusioni amare per una storia tra amore e patologia

In definitiva, la vicenda di Debbie Wood è un esempio estremo di come la gelosia patologica possa distruggere l’equilibrio di una relazione, anche quando alla base c’è affetto. Il problema non è la mancanza d’amore, ma l’eccesso di controllo che nasce da una fragilità emotiva non elaborata. La storia fa riflettere, certo, ma anche sorridere con amarezza: perché, alla fine, nessuna console potrà mai competere con la libertà di fidarsi di qualcuno. Anche solo per andare a prendere il latte.

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