I doppi standard nella relazione di coppia esistono eccome, e spesso finiscono per rendere la convivenza un gioco ad handicap
- Regole diverse per gli stessi comportamenti: se ciò che fai tu è sbagliato, ma se lo fa l’altro è comprensibile, c’è un problema
- Giustificazioni unilaterali: se uno trova sempre scuse e l’altro solo colpe, stai vivendo in un tribunale truccato
- Controllo asimmetrico: chi può uscire, chi può usare il telefono, chi può “permetterselo”… troppe “concessioni” da una parte sola
- Reazioni sproporzionate: quando l’errore dell’altro viene minimizzato e il tuo drammatizzato, si chiama doppio standard, non amore
- Senso costante di colpa: se ti senti sempre “in difetto”, forse non sei tu il problema, ma il sistema relazionale che si è creato
Hai mai avuto la sensazione che nella tua relazione le regole non siano proprio le stesse per entrambi? Tranquillo, non sei tu il paranoico. È il classico caso dei doppi standard nella coppia, quell’affascinante meccanismo per cui, se lo fai tu, è sbagliato, ma se lo fa l’altro… improvvisamente diventa “normale”. Un po’ come nel calcio: stesso fallo, cartellino rosso per uno, carezza paterna per l’altro.
E no, non stiamo parlando solo di cose gravi o epocali: spesso i doppi standard si nascondono nelle piccole cose quotidiane. Ma attenzione: anche se “piccole”, possono diventare mine antiuomo nella convivenza. Pronti a esplodere nel momento meno opportuno.
Dall’uso del telefono al controllo delle uscite
Uno dei campi minati più comuni è senza dubbio il cellulare. Lui risponde ai messaggi con mezz’ora di ritardo? “Eh, stavo lavorando”. Lei invece azzarda un like a una foto del 2019 e subito scatta l’interrogatorio degno di un thriller psicologico. Privacy? Solo a senso unico.
Ma non è tutto. Proviamo a parlare delle uscite con gli amici. Se lui esce a bere una birra con i colleghi, è “giusto che si svaghi”. Se lei organizza un aperitivo con le amiche, parte il messaggio passivo-aggressivo: “Divertiti…”. Sottotesto: ma proprio tanto.
Anche in casa, il trattamento non è esattamente paritario. Lei lascia una maglietta sul letto? Fa parte dell’arredamento, forse un nuovo trend scandinavo. Lui lascia un calzino in cucina? “Ma sei un troglodita?!”. Chiamate immediatamente Marie Kondo.
Persino i regali diventano terreno fertile per le ingiustizie. Lui dimentica l’anniversario? Può succedere, “gli uomini sono così”. Lei sbaglia il colore della camicia? “Non mi ascolti mai!”.
Sembra divertente (e lo è, se ci ridi su), ma nel tempo questi piccoli-grandi squilibri possono trasformare la relazione in un campo di battaglia emotivo, dove uno si sente in costante difetto, e l’altro… sempre nel giusto.
Come riconoscere i doppi standard
Il primo passo è rendersi conto che i doppi standard in una coppia non nascono dal nulla: spesso si alimentano senza che nessuno dei due se ne accorga davvero. È come lasciare il rubinetto leggermente aperto: goccia dopo goccia, ti ritrovi il bagno allagato.
Ma attenzione: non è sempre una questione di cattiveria o manipolazione consapevole. A volte sono semplicemente abitudini, ruoli appresi, modelli sbagliati che ci portiamo dietro. “Lui è fatto così”, “lei è più sensibile”, “gli uomini non piangono”, “le donne sono più gelose”… tutte perle che legittimano comportamenti assurdi.
Per uscirne vivi (e possibilmente ancora innamorati), serve una cosa tanto semplice quanto rivoluzionaria: parlare. Non urlare, non accusare, non fare il processo del secolo. Parlare davvero, senza ironia (per una volta), chiedendosi: “Sto trattando l’altro come vorrei essere trattato io?”.
Sì, sembra una frase da Bacio Perugina. Ma a volte i Baci Perugina hanno più saggezza di molti manuali di psicologia.

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- https://www.betterhelp.com/advice/relations/how-to-avoid-double-standards-in-relationships/
- https://www.verywellmind.com/double-standards-in-relationships-7229369