Effetto placebo: le parole possono avere lo stesso effetto delle medicine

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Effetto placebo: le parole possono avere lo stesso effetto delle medicine

| 08/06/2023
Fonte: Twitter

Il cervello è come una farmacia

  • Alcuni studi dimostrano che il nostro cervello può essere curato con metodi alternativi ai farmaci
  • Con l’effetto placebo le parole possono risultare efficaci come medicine
  • Uno studio su questo meccanismo è stato pubblicato dal neurologo italiano Fabrizio Benedetti
  • Alcune parole accendono delle aree del cervello in grado di produrre gli stessi effetti di alcune medicine
  • Il nostro cervello ha al suo interno gli ingredienti giusti per alleviare il dolore, è una farmacia

 

Il cervello è il nostro organo più misterioso. Tra le cose meno comprensibili per la scienza e la medicina. Gli specialisti hanno scoperto che non sono utili soltanto i farmaci per curarlo. Con l’effetto placebo, anche le parole possono avere sulla mente lo stesso effetto delle medicine.

Nello scovare di quale problema soffra il paziente uno specialista, che sia psicologo, neurologo o psichiatra, si comporta come un detective che scopre l’enigma e cerca di risolverlo, per portare nuovamente equilibrio. Uno dei metodi per farlo è l’effetto placebo. Placebo è una parola che deriva dal latino e che significa Io piacerò. Inizialmente era riferita a sostanze senza alcun effetto curativo date ai pazienti per compiacerli. Il significato si è però modificato nel tempo. Se prima poteva essere inteso come qualcosa di negativo, un tranello per il paziente, adesso ha assunto una connotazione positiva. Infatti, l’effetto placebo porta in anticipo un beneficio sul paziente senza che egli assuma alcuna sostanza.

Con l’effetto placebo le parole sono medicine

Per lo stesso motivo anche un trattamento senza farmaci ma solo con parole, definite placebo anch’esse, può risultare efficace. Promotore di questa ricerca è il neurologo e psichiatra italiano Fabrizio Benedetti che ha pubblicato uno studio chiamato Placebo Effects e anche un libro intitolato La speranza è un farmaco. Questo perché le parole giuste possono avere un effetto positivo sulle persone (come quelle negative possono essere avverse). Da una risonanza magnetica funzionale si è infatti osservato come le parole, riaccendendo la speranza del paziente, attivino delle parti del cervello che producono sostanze simili agli oppioidi. Il paziente, dopo aver ascoltato le parole dello specialista, è come sotto morfina o cannabis. Prova un forte sollievo, ma senza aver assunto veramente alcuna sostanza.

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Tutto ciò avviene dunque nel cervello umano, dove un insieme di molecole costituisce una vera e propria farmacia interna attivata dalla relazione fra individui. Se io ho fiducia in te e spero di stare meglio, il mio cervello inizia a produrre antidolorifici naturali e il dolore diminuisce“. In poche parole, quando si dice di qualcuno “Ha bisogno di un’iniezione di fiducia” non è poi così lontano dalla verità.

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