No, non sono affatto come ce li immaginiamo ma ci sono comportamenti simili
- La scienza considera la possibilità di “zombie” come individui infettati da virus o batteri che modificano il loro comportamento spingendoli ad attaccare e consumare altri esseri umani
- La rabbia è un esempio di infezione che può generare aggressività e un istinto di caccia simile a quello degli zombie
- La trasmissione della rabbia avviene attraverso morsi o ferite aperte
- Altre malattie possono colpire direttamente il cervello come la Creutzfeldt-Jakob e possono provocare cambiamenti comportamentali, inclusa l’aggressività e la perdita di memoria
- Un attacco al nervo olfattivo potrebbe causare alterazioni comportamentali simili a quelle degli zombie, portando le persone infette a mostrare una estrema aggressività e un desiderio marcato per la carne umana
- Gli zombie come li immaginiamo nella cultura popolare dunque non esistono, ma ci sono casi scientifici di individui con comportamenti simili a quelli degli zombie
Esistono o meno gli zombie? È qualcosa che l’uomo, in un misto tra curiosità e inquietudine, si chiede da sempre. Ebbene, oggi cercheremo di rispondere a questa domanda. La figura degli zombie, ampiamente diffusa nella cultura popolare attraverso film, serie televisive e altri media, può trovare un fondamento scientifico sotto alcuni aspetti. Contrariamente alla tradizionale rappresentazione di morti viventi, però, la scienza considera piuttosto la possibilità di “zombie” come individui infettati da virus o batteri che modificano il loro comportamento, spingendoli ad attaccare e consumare altri esseri umani.
Un esempio di questa infezione è rappresentato dalla rabbia, una malattia che può generare aggressività intensa e un istinto di caccia. La trasmissione avviene attraverso morsi o ferite aperte, con il virus che si diffonde nel sistema nervoso centrale. In alternativa, l’infezione potrebbe colpire direttamente il cervello, danneggiando le regioni coinvolte nel controllo del comportamento, come nel caso della malattia neurodegenerativa di Creutzfeldt-Jakob. Questa condizione può provocare cambiamenti comportamentali, inclusa l’aggressività e la perdita di memoria.
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Attenzione anche all’attacco al nervo olfattivo
Un’altra prospettiva è l’attacco al nervo olfattivo, responsabile della percezione degli odori e connesso a diverse aree cerebrali, tra cui l’ipotalamo, l’amigdala e la corteccia frontale. Se un virus o un batterio riuscisse a infettare il nervo olfattivo, ciò potrebbe causare alterazioni comportamentali simili a quelle associate agli zombie, portando le persone infette a manifestare una estrema aggressività e un desiderio marcato per la carne umana.
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- https://www.orroreaprimavista.it/esistono-gli-zombie/
- https://www.justnerd.it/virus-zombie-esiste-davvero-la-possibilita-di-unapocalisse-di-non-morti/
- https://www.vice.com/it/article/wdwzpw/apocalisse-zombie-matt-mogk
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