Quando essere felici fa bene al cuore (e non solo)
- Uno studio dell’Università di Alba Iulia collega la felicità a un rischio minore di mortalità per malattie croniche non trasmissibili
- Le malattie considerate includono cancro, diabete, asma e problemi cardiaci, responsabili di gran parte dei decessi non pandemici
- Il benessere mentale è stato misurato con la scala Life Ladder, evidenziando che superare il punteggio soglia di 2,7 porta benefici concreti per la salute
- Ogni aumento dell’1% della felicità soggettiva corrisponde a una diminuzione stimata dello 0,43% della mortalità da malattie croniche tra i 30 e i 70 anni
- Politiche pubbliche mirate a migliorare stile di vita, ambiente e assistenza sanitaria potrebbero amplificare questi effetti protettivi
Chi l’avrebbe mai detto? Essere felici non è solo una questione di sorrisi e selfie perfetti, ma anche un vero e proprio investimento per la salute. Uno studio dell’Università di Alba Iulia ha analizzato dati provenienti da 123 Paesi tra il 2006 e il 2021, scoprendo che le nazioni più felici registrano tassi più bassi di mortalità per malattie croniche non trasmissibili, come cancro, diabete, asma e problemi cardiaci. Insomma, vivere felici non fa solo bene al cuore… letteralmente.
La ricerca, guidata da Iulia Iuga, ha utilizzato la scala Life Ladder per misurare la felicità, stabilendo una soglia minima di 2,7 punti: superarla produce effetti positivi per la salute. Ogni incremento dell’1% del benessere soggettivo si traduce in una diminuzione dello 0,43% della mortalità nella fascia d’età 30-70 anni. Non male come motivazione per mettere da parte l’ansia e godersi di più la vita, senza esagerare: anche la felicità, a quanto pare, ha un limite utile.
Felicità misurabile, salute tangibile
Il punteggio medio dei Paesi considerati era di 5,45, con estremi che andavano da 2,18 a 7,97. Sotto la soglia minima, aumentare la felicità produce effetti limitati, mentre oltre il 2,7, anche piccoli miglioramenti diventano significativi. Secondo Iuga, questi dati possono orientare le politiche sanitarie, integrando il benessere mentale nelle strategie di prevenzione e promozione della salute pubblica.
I ricercatori suggeriscono diverse misure per migliorare la felicità nazionale: promuovere stili di vita sani, prevenire l’obesità, ridurre l’uso di alcol, investire nell’ambiente e aumentare la spesa sanitaria pro capite. La felicità non è solo un sentimento personale, ma una risorsa misurabile che contribuisce a ridurre il rischio di malattie croniche e a migliorare la qualità della vita.
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Felicità come strumento di salute pubblica
Certo, ci sono limiti nello studio: la felicità era auto-riferita, quindi potrebbero esserci distorsioni culturali o errori di misurazione. Tuttavia, i dati suggeriscono che incoraggiare il benessere mentale può diventare un vero e proprio alleato nella prevenzione sanitaria. In fondo, vivere bene, sorridere di più e godersi la vita non solo ci fa stare meglio, ma potrebbe anche allungare la vita: una ricetta semplice, economica e sorprendentemente efficace per la salute pubblica.

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- https://www.repubblica.it/salute/2025/10/21/news/felicita_salute-424927459/
- https://www.marcomagliozzi.it/felicita-malattie-psicologo-bari/
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