L’evoluzione della pigmentazione in Europa
- Uno studio dell’Università di Ferrara ha analizzato il DNA di 348 individui antichi, rivelando che la pelle scura era predominante in Europa fino all’Età del Ferro
- Durante il Neolitico, la carnagione scura era diffusa, mentre la pelle chiara era limitata alle regioni settentrionali
- Un aumento significativo della pigmentazione chiara si è verificato solo nell’Età del Bronzo
- A partire da circa 3.000 anni fa, la pigmentazione in Europa divenne più variabile, con una combinazione di tonalità chiare, intermedie e scure distribuite in diverse regioni
- L’Homo sapiens, apparso in Africa, aveva la pelle scura per proteggersi dall’intensa esposizione solare
- La schiaritura della pelle è avvenuta con la migrazione verso latitudini con minore irradiazione UV
Uno studio condotto dall’Università di Ferrara ha fornito nuove informazioni sull’evoluzione del colore della pelle in Europa, analizzando il DNA di 348 individui antichi vissuti in diverse aree dell’Eurasia. I risultati indicano che fino a circa 3.000 anni fa la maggior parte della popolazione europea aveva la pelle scura, contrariamente all’immagine tradizionale degli europei preistorici.
Nel Neolitico, la carnagione scura era comune nella maggior parte del continente, mentre tonalità più chiare erano tipiche delle popolazioni che vivevano nelle regioni settentrionali. Solo con l’Età del Bronzo, circa 4.000 anni fa, si è osservato un aumento significativo della pigmentazione chiara, soprattutto in alcune aree come l’Inghilterra, l’Ungheria, l’Estonia e la Repubblica Ceca. Durante l’Età del Ferro, invece, la variabilità cromatica era più evidente: coesistevano individui con pelle chiara, intermedia e scura in varie parti d’Europa e dell’Asia occidentale.
Le origini africane dell’Homo sapiens
La pelle scura tra i primi esseri umani moderni è attribuibile alle origini africane dell’Homo sapiens. L’alta esposizione ai raggi solari ha favorito la presenza di melanina, una protezione naturale contro i danni da radiazione ultravioletta. Tuttavia, con la migrazione verso latitudini più settentrionali, dove la luce solare era meno intensa, la selezione naturale ha favorito una pelle più chiara, che facilitava l’assorbimento della luce UV necessaria per la produzione di vitamina D.
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Questa transizione, però, non è stata immediata. Alcune comunità hanno mantenuto una pigmentazione più scura per un periodo prolungato, probabilmente perché la loro dieta forniva abbastanza vitamina D per compensare la minore esposizione solare. L’esempio più noto è l’Uomo di Cheddar, vissuto circa 10.000 anni fa in Inghilterra, il cui DNA indica una combinazione di pelle scura e occhi azzurri. Questo suggerisce che l’aspetto fisico delle antiche popolazioni europee fosse molto più variegato di quanto ipotizzato in passato.

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- https://revistagalileu.globo.com/ciencia/noticia/2025/03/maioria-dos-europeus-tinha-pele-escura-ate-3-mil-anos-atras-aponta-estudo.ghtml
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