Scoperti flaconi rinascimentali per annusare e assaggiare le urine

Commenti Memorabili CM

Scoperti flaconi rinascimentali per annusare e assaggiare le urine

| 09/05/2023
Fonte: Facebook

I contenitori erano utilizzati nel XVI secolo per diagnosticare malattie tramite l’analisi del colore, odore e sapore delle urine

  • In una discarica rinascimentale sono stati trovati numerosi contenitori di urine
  • I rifiuti erano contenuti in una cisterna adiacente all’Ospedale dei Fornai, costruito nel XVI secolo
  • Nella cisterna venivano gettati vasi di ceramica, flaconi, barattoli di vetro e oggetti personali dei pazienti
  • Più della metà dei recipienti di vetro recuperati dalla discarica sono boccette per le urine
  • All’epoca venivano utilizzate per la pratica dell’uroscopia che diagnosticava le malattie tramite l’analisi del colore, odore e sapore delle urine

 

In una discarica di epoca rinascimentale sono stati trovati numerosi contenitori di urina e di medicinali dell’epoca. Il sito si trova all’interno del Foro di Cesare a Roma, risalente al 46 a.C., dove nel XVI secolo fu costruito l’Ospedale dei Fornai. L’area è stata oggetto di scavi archeologici e di studi realizzati dai ricercatori dell’Accademia di Danimarca, della Aarhus University della Danimarca in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina dei Beni Culturali.

La cisterna di rifiuti

Nell’area dove era sorto l’ospedale è stata trovata una cisterna di epoca rinascimentale piena di vasi di ceramica, rosari, barattoli di vetro rotti e oggetti personali come monete e una statuetta di cammello in ceramica. Molti oggetti erano legati alla cura quotidiana dei pazienti: all’epoca ogni degente aveva come misura igienica un suo materiale personale con brocca, bicchiere, ciotola e piatto. Più della metà dei recipienti di vetro recuperati dalla discarica è probabilmente ciò che i testi medici latini medievali chiamano “matula”, cioè boccette di urina.

L’uroscopia

Nel medioevo e nel Rinascimento la pratica dell’uroscopia era uno strumento diagnostico centrale per i medici. «L’urina del paziente era versata in un flacone per consentire ad un medico di osservarne il colore, la sedimentazione, l’odore e talvolta anche il gusto» hanno spiegato i ricercatori nello studio. Tali analisi potevano far luce sul fatto che i pazienti fossero in condizioni di ittero, malattie renali o persino diabete, poiché l’urina dei diabetici ha un odore e un sapore dolce per la presenza di glucosio extra.

Leggi anche: Danimarca, arriva Pisner: la prima birra a base di urina umana

Le boccette di urina sono difficili da identificare in contesti archeologici perché la loro forma è simile alle lampade a olio e sono rare in contesti diversi dalle discariche ospedaliere.

Una volta piena, la cisterna fu stata ricoperta di argilla, probabilmente per motivi igienici. Sebbene a quel tempo esistessero discariche al di fuori delle mura cittadine di Roma e il deposito di rifiuti in cantine, cortili e cisterne fosse proibito, accumulare spazzatura nei centri abitati era però una pratica comune. La cisterna sarebbe stata quindi utilizzata come contenitore di rifiuti infetti provenienti dall’ospedale.

logo-img
La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
Chiedi la correzione di questo articoloValuta il titolo di questa notizia
Copyright © 2018 - Commenti Memorabili srl
P. IVA 11414940012

digitrend developed by Digitrend