Quando le parole dolci dei genitori diventano tranelli emotivi per i figli
- Molte frasi dette dai genitori sembrano rassicuranti ma in realtà negano le emozioni dei figli
- Frasi come “Non piangere” o “Devi essere forte” insegnano a reprimere sentimenti importanti
- Minimizzare la rabbia, la paura o la frustrazione può avere effetti sulla salute psicologica futura
- Alternative empatiche come “Capisco che ti faccia male” aiutano a sviluppare intelligenza emotiva e resilienza
- Validare le emozioni non vizia i bambini, li prepara a gestire sentimenti complessi senza sentirsi inadeguati
A volte, nel tentativo di calmare un bambino che piange o è arrabbiato, i genitori finiscono per dire frasi che sembrano rassicuranti ma in realtà comunicano tutt’altro. Secondo la terapista infantile Kelsey Mora, i bambini hanno bisogno di sentirsi visti e ascoltati, e quando le emozioni vengono negate, anche involontariamente, imparano a dubitare di sé stessi. La tendenza adulta di risolvere subito il disagio emotivo può trasformare un gesto d’amore in una lezione di repressione.
Espressioni comuni come “Non piangere” o “Stai bene” sembrano innocue ma spesso comunicano al bambino che il suo sentire non è legittimo. Negare la frustrazione, la rabbia o la paura rischia di creare un adulto che reprime le emozioni, con conseguenze su ansia, depressione e equilibrio psicologico, come evidenziato da studi pubblicati sulla rivista Child Abuse & Neglect.
Frasi da evitare e alternative più empatiche
Molti genitori ripetono frasi come “Non è un grosso problema” o “Devi essere forte”, pensando di incoraggiare i figli. In realtà, ridimensionare o minimizzare i sentimenti insegna che la vulnerabilità non è accettabile. Più utile è dire: “Capisco che ti faccia male, ma sei al sicuro” o “Ognuno percepisce le cose in modo diverso”, offrendo riconoscimento e spazio per la propria esperienza emotiva.
Frasi come “C’è chi sta peggio” o “Ti arrabbi per niente” spingono il bambino a confrontarsi con gli altri invece di riconoscere ciò che prova. Consentire piuttosto che reprimere le emozioni, anche quelle che sembrano piccole o ingiustificate, aiuta a sviluppare la intelligenza emotiva, la resilienza e la capacità di affrontare le difficoltà senza sentirsi inadeguati.
Genitori empatici, non perfetti
Validare le emozioni dei figli non significa viziarli o renderli fragili, al contrario insegna loro a dare un nome a ciò che provano e a gestire le emozioni in modo sano. Non serve essere genitori perfetti, basta saper ascoltare davvero, fermarsi un attimo prima di dire “Non è niente” e mostrare che quello che sentono è importante.
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Anche un piccolo cambiamento nel linguaggio quotidiano, uno sguardo attento o una frase diversa può fare la differenza tra un bambino che impara a fidarsi di sé stesso e uno che si sente sempre sbagliato.

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- https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/psicologia/le-10-frasi-che-continuiamo-a-dire-in-buona-fede-ai-nostri-figli-che-finiscono-inevitabilmente-per-ferirli/
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0145213402005367
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12615094/
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