I leggings non piacciono più: la Gen Z decreta la fine di un’era
- I leggings, un tempo simbolo di comfort, sono ormai fuori moda secondo la Generazione Z
- Le nuove tendenze puntano su capi oversize e look baggy, più comodi e versatili
- I dati mostrano un calo della quota di mercato dei leggings dal 47% al 39% in tre anni
- Anche jeans skinny, colori neutri e tacchi alti vengono considerati superati
- La moda Gen Z guarda al vintage, alla sostenibilità e ai capi di marchi autentici
C’è stato un tempo in cui i leggings erano l’uniforme universale: comodi, elastici e perfetti per ogni occasione, dalla palestra al supermercato. Oggi, però, la Generazione Z ha deciso che è arrivato il momento di cambiare canale nel guardaroba. Secondo un report del Wall Street Journal, il capo simbolo degli anni 2010 è ormai considerato “cringe”, un termine che i più giovani riservano a tutto ciò che è fuori moda e un po’ imbarazzante.
I numeri parlano chiaro: la quota di mercato dei leggings è scesa dal 47% nel 2022 a meno del 39% nel 2025. Un calo che non lascia spazio ai dubbi. Dopo aver dominato gli scaffali e le passerelle per oltre un decennio, il capo più amato da milioni di donne sembra aver perso la sua corsa.
Oversize e baggy: i nuovi protagonisti del guardaroba
A prendere il posto dei leggings sono arrivati i pantaloni sportivi larghi, abbinati a magliette aderenti o, per i più audaci, a look completamente oversize. Il motto della Gen Z è chiaro: comodità sì, ma con stile. L’idea di fasciare ogni centimetro del corpo non convince più, soprattutto in un’epoca in cui l’autenticità conta più della perfezione.
Non tutti, però, sono entusiasti di questa rivoluzione sartoriale. Alcuni sportivi storcono il naso davanti all’abbigliamento troppo ampio, giudicandolo poco pratico per l’allenamento. Ma, come ricordano i più ironici tra i giovani, “l’importante non è fare squat, ma farlo con stile”.
Dalle tonalità neutre ai colori vintage: addio al minimalismo
I leggings non sono gli unici a essere stati bocciati dalla Generazione Z. Anche i jeans skinny, un tempo simbolo di tendenza, stanno vivendo un lento declino. Al loro posto, tagli morbidi e pantaloni a gamba larga. E i colori? Il beige e il grigio, amati dai millennial per la loro sobrietà, vengono ora considerati “tristi” o “piatti”.
I nuovi protagonisti del guardaroba giovanile sono tonalità più decise e retrò: verde salvia, oliva e sfumature pastello che evocano un’estetica vintage. Alcuni li chiamano con un pizzico di ironia “verde millennial”, un modo per prendere le distanze dalle scelte cromatiche delle generazioni precedenti.
Il vintage come bandiera della consapevolezza
La stilista britannica Rochelle White ha spiegato al Daily Mail che il cambiamento della Gen Z non è solo estetico, ma anche culturale. “La Gen Z non è più fan degli articoli di fast fashion. Oggi sono consumatori più consapevoli. Prediligono una moda più vintage e accessibile. La tendenza più importante per loro in questo momento sono le giacche a vento e le magliette di marchi vintage”.
Questa scelta riflette un approccio più critico verso il consumo. Non si tratta solo di vestirsi bene, ma di farlo con un messaggio. Il fascino del “nuovo di seconda mano” conquista sempre più giovani, che preferiscono dare nuova vita ai capi piuttosto che inseguire le tendenze lampo del fast fashion.
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Dalla palestra alla passerella, cambia il concetto di stile
La Generazione Z ha preso il controllo del guardaroba globale, dimostrando che la moda non è solo apparenza, ma anche linguaggio. Il declino dei leggings segna simbolicamente la fine dell’era dell’aderenza e l’inizio di quella della libertà: libertà di movimento, di espressione e di scelta. E se per anni si è detto “less is more”, i giovani di oggi sembrano rispondere con un convinto “more is comfort”. La rivoluzione dello stile è iniziata, e questa volta, a dettare legge, non sono le passerelle, ma TikTok e i mercatini vintage.

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