Internet più veloce di un razzo: il Giappone batte il record mondiale con la fibra ottica

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Internet più veloce di un razzo: il Giappone batte il record mondiale con la fibra ottica

| 21/09/2025
Fonte: Pexels

Il Giappone ha trasmesso dati a 1,02 petabit al secondo: un primato che ridisegna il futuro delle connessioni globali

  • Il Giappone ha raggiunto 1,02 petabit al secondo di velocità di trasmissione
  • Il record è stato ottenuto dal NICT con fibra ottica a 19 core
  • I dati sono stati inviati su una distanza di oltre 1.800 km
  • La nuova tecnologia è compatibile con le infrastrutture già esistenti
  • L’obiettivo è supportare la crescente domanda di dati a livello globale

 

Quando pensiamo alla velocità di Internet, ci immaginiamo Netflix che non si blocca o il download di un videogioco che dura meno di una pizza surgelata in forno. Ma in Giappone hanno deciso che questo era troppo poco e hanno riscritto le regole del gioco: 1,02 petabit al secondo, ovvero 127.500 gigabyte ogni singolo secondo. Un record che lascia indietro non solo le connessioni casalinghe, ma anche le reti più avanzate che conosciamo.

Il merito va agli scienziati del National Institute of Information and Communications Technology, che hanno testato la nuova fibra ottica su oltre 1.800 chilometri di distanza. In pratica, come se avessero trasmesso dati da Chicago a Dallas senza che la velocità scendesse di un byte. Un traguardo che non è solo da laboratorio, ma già pensato per scenari reali e globali.

La fibra ottica giapponese

Il segreto di questa velocità sta in un cavo di nuova generazione: una fibra ottica con 19 core, cioè 19 canali indipendenti racchiusi in uno spessore di appena 0,125 millimetri. In altre parole, lo stesso diametro delle fibre già installate sotto i nostri oceani e dentro i grattacieli. Il vantaggio? Non c’è bisogno di sostituire milioni di chilometri di cavi, perché questa innovazione è perfettamente compatibile con le infrastrutture esistenti.

Il team ha reso possibile questo risultato utilizzando amplificatori ottici avanzati e tecniche di correzione del segnale. Il problema delle lunghe distanze, cioè la perdita e le interferenze, è stato gestito in modo tale da mantenere stabile la trasmissione per più di 1.100 miglia consecutive. Non si tratta quindi di un record fine a sé stesso, ma di un prototipo di futuro immediatamente applicabile.

Cosa si potrebbe fare con questo internet del futuro

A rendere ancora più impressionante questo record è la portata pratica. Con una velocità simile, l’intero catalogo di Netflix si potrebbe scaricare in meno di un secondo. Addirittura l’archivio completo di Internet Archive, milioni di libri e video, sarebbe pronto in pochi minuti. Certo, al momento resta un test da laboratorio, ma il segnale è chiaro: stiamo andando verso un mondo in cui la parola “attendere” potrebbe diventare un ricordo.

La domanda globale di dati non accenna a fermarsi. Tra intelligenza artificiale, auto connesse, cloud e videoconferenze, le reti attuali sono messe a dura prova. Secondo la legge di Nielsen, la velocità delle connessioni di fascia alta cresce in media del 50% all’anno dagli anni Ottanta. Era solo questione di tempo prima che qualcuno trovasse un modo per alzare drasticamente l’asticella.

Record mondiale di Internet

Il dato che impressiona di più è che questo record non riguarda distanze brevi. È stato ottenuto su tratte equivalenti a quelle dei cavi transoceanici che collegano continenti. Considerando che al momento esistono oltre 1,4 milioni di chilometri di cavi sottomarini, la possibilità di integrare questa nuova tecnologia senza dover ricostruire tutto da zero è una rivoluzione silenziosa ma decisiva.

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Non è la prima volta che il Giappone punta a questo primato. Già due anni fa lo stesso istituto aveva raggiunto velocità straordinarie, ma su distanze molto più limitate. Oggi, aver triplicato la distanza e raddoppiato la capacità dimostra che la fibra ottica ha ancora margini di miglioramento enormi. Il record non è stato ancora certificato in modo indipendente, ma i numeri parlano chiaro. Non è fantascienza, è una nuova tappa della corsa ai dati. E se oggi ci lamentiamo di un video che carica lentamente, tra qualche anno potrebbe sembrare un ricordo vintage, degno solo delle connessioni degli anni Novanta.

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