Giudice scrive una sentenza usando ChatGPT

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Giudice scrive una sentenza usando ChatGPT

| 20/09/2023
Fonte: Pexels

L’intelligenza artificiale ha fornito delle risposte ad un giudice della Corte d’Appello britannica che poi le ha inserite in una sentenza

  • L’IA è utilizzata nei settori più svariati ed è applicata anche in ambito legale
  • Il giudice britannico Lord Justice Birss ha usato CatGPT per avere risposte da inserire in una sentenza
  • Birss ha chiesto un riassunto inerente un argomento di legge e il bot ha fornito il testo
  • Il giudice consiglia di affidarsi all’IA solo se si conosce la materia da trattare
  • Si sono infatti verificati casi in ambito legale in cui i chatbot hanno fornito argomenti totalmente inventati

 

Un giudice britannico ha ammesso di aver utilizzato Chat GPT per scrivere una sentenza. L’Intelligenza Artificiale ormai è impiegata nei settori più svariati per la fornitura di numerosi servizi e per ottenere risposte e informazioni su argomenti che riguardano quasi tutto lo scibile umano. Non poteva mancare quindi anche una sua applicazione nel campo legale.

Pro e contro dei chatbot

Lord Justice Birss, giudice della Corte d’Appello, specializzato in diritto della proprietà intellettuale, ha affermato che il chatbot gli è stato «molto utile» nel lavoro. Gli ha chiesto di riassumere alcuni argomenti di una legge e poi ha copiato e incollato la risposta nella sentenza. Birss ritiene che l’Intelligenza Artificiale sia uno strumento dal grande potenziale per aiutare le persone a diventare più efficienti sul lavoro.

Intervenendo in una conferenza legale, il giudice ha spiegato come si è relazionato con Chat GPT: «Ho chiesto di farmi un riassunto di un’area del diritto e mi ha fornito il testo». Birss ha però sottolineato l’importanza di non affidarsi all’intelligenza artificiale per argomenti di cui non si sa nulla. Si sono infatti verificati casi in cui i chatbot hanno fornito testi totalmente inventati. È il caso di due avvocati di New York multati per una memoria legale con citazioni di falsi casi generati da ChatGPT.

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Lord Justice Birss ha invece affermato che si è potuto affidare alla risposta dell’intelligenza artificiale poiché conosceva in parte l’argomento e ha potuto considerare accettabile il testo fornito dal bot. «Mi assumo la piena responsabilità personale per ciò che metto a mio giudizio, non sto cercando di dare la responsabilità a qualcun altro», ha aggiunto.

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