I benefici mentali dell’essere pigri

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I benefici mentali dell’essere pigri

| 08/04/2024
Fonte: Pexels

Rimandare le cose da fare non sempre è deleterio ma può avere dei vantaggi, molti dei quali supportati dalla ricerca scientifica

  • La pigrizia è spesso vista come un tratto negativo della personalità
  • Essere pigri può però avere dei vantaggi nella vita privata e sul lavoro, rendendo addirittura più produttivi
  • Le persone pigre riducono il dispendio energetico, automatizzano i compiti banali ed evitano compiti non necessari
  • Il vagare della mente è un meccanismo utile al nostro cervello per elaborare le informazioni, a volte portando a soluzioni creative e non scontate
  • Trascorrere del tempo improduttivo può inoltre aiutarci a far fronte allo stress

 

Nella maggior parte delle culture la pigrizia è vista come un tratto negativo della personalità. Ma se ci allontaniamo dal giudizio morale e ci concentriamo sulla sua definizione più elementare, la pigrizia è semplicemente la riluttanza ad usare l’energia. Sotto questo punto di vista, essere pigri può avere dei vantaggi, molti dei quali supportati dalla ricerca scientifica.

La pigrizia degli animali

Sebbene la pigrizia possa essere un meccanismo per affrontare la depressione e l’ansia, è molto comune nelle persone anche al di là di questi disturbi. Spesso anche chi è motivato e laborioso ha dei momenti in cui si sente pigro.

La natura sembra aver ottimizzato i nostri processi biologici per la pigrizia. Ci sono animali come i pitoni che dormono 18 ore al giorno e, in generale, la maggior parte delle specie trascorre il tempo senza far nulla in particolare, a parte i momenti dedicati alla caccia e alla riproduzione.

La pigrizia secondo gli studi può essere benefica anche negli esseri umani. Comporta una vita più rilassata ma anche più produttiva e dunque genera un maggiore benessere e una migliore efficienza lavorativa.

I benefici del procrastinare

In uno studio sulla procrastinazione è emerso che rimandare le cose da fare può avere i suoi effetti positivi. I ricercatori hanno individuato due categorie di persone, i procrastinatori passivi e i procrastinatori passivi. I primi sono bloccati dalla loro indecisione nell’agire e non riescono a completare i compiti in tempo. I secondi invece preferiscono lavorare sotto pressione e prendono deliberatamente la decisione di rimandare le cose  all’ultimo momento. Questo tipo di persone hanno un grande controllo del loro tempo, dei meccanismi di coping e delle prestazioni complessive. Poiché le persone pigre gestiscono attentamente il proprio dispendio energetico, tenderanno ad evitare compiti non necessari, automatizzando le attività monotone e dispendiose in termini di tempo. La ricerca suggerisce inoltre che procrastinare lontano dal lavoro e trascorrere del tempo improduttivo può aiutarci a far fronte allo stress. È particolarmente vero per gli adolescenti. Le attività (o la loro assenza) che possono essere percepite come pigre dagli adulti sono necessarie per la salute mentale dei giovani.

Il pensiero diffuso e focalizzato

La nostra mente ha due modalità di pensiero: la modalità diffusa e la modalità di pensiero focalizzata. Dobbiamo mantenere un’oscillazione costante tra le due modalità per essere più creativi e produttivi. Il vagare della mente, una forma di pensiero diffuso, è un meccanismo utile al nostro cervello per elaborare le informazioni, a volte portando a soluzioni non scontate.

Lo psicoanalista e professore di sviluppo della leadership Manfred FR Kets de Vries ha affermato: «Lasciarsi andare potrebbe essere la cosa migliore che possiamo fare per la nostra salute mentale.

Leggi anche La pigrizia è qualcosa di genetico? La scoperta dei ricercatori

Tenersi occupati può essere un meccanismo di difesa molto efficace per allontanare pensieri e sentimenti disturbanti. Ma ricorrendo a comportamenti di tipo maniacale sopprimiamo la verità dei nostri sentimenti e delle nostre preoccupazioni, evitando consciamente o inconsciamente periodi di pensieri ininterrotti e liberamente associativi».

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