I cinque motivi per cui essere anziani è memorabile

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I cinque motivi per cui essere anziani è memorabile

| 16/08/2023

Di seguito i cinque motivi per cui essere anziani è memorabile.

1) Libertà totale e socialmente accettata di bestemmia funesta: lo sappiamo, un anziano che non tira giù almeno metà dei santi del calendario Gregoriano, possibilmente in dialetto stretto, ha qualcosa che non convince.

Spesso per colpa degli acciacchi che incombono con l’avanzare degli anni, ma ancora più spesso per colpa del compagno di tressette che non cala la giusta carta durante la mano saliente della partita mattutina alla bocciofila (sempre accompagnata dall’immancabile quartino di bianco d’estate o di rosso d’inverno, rigorosamente sfusi) è infatti più che comune udire degli improperi che potremmo schematicamente riassumere con l’ormai ben nota e consacrata combinazione:

“Divinità + Suino/Canino + Lavoro poco gratificante + Aggettivo dispregiativo possibilmente in dialetto”.

Ora, mentre sarebbe assolutamente malvisto un atteggiamento del genere se esercitato dai cittadini di più giovane età, pare che l’utilizzo della bestemmia sia ormai diventata una prassi talmente scontata negli anziani che, di fatto, non genera quasi mai scalpore, ma solo ilarità.

2) Presunzione di onniscienza nel giudicare l’operato di chiunque sia più giovane:  a quanto sembra, giungere al compimento dei 70 anni + IVA “sblocca”, oltre alle suddette bestemmie di decimo livello, anche il diritto di lamentarsi di qualsiasi tipo di operato dei più giovani. Anche se i giovani del caso hanno appena un anno in meno del “lamentante”.

Nei luoghi più frequentati dagli anziani, frasi che iniziano con “ai miei tempi” sono più comuni del batterio del colera nelle fogne di Calcutta e ancora più frequenti sono le leggende di eventi fisicamente impossibili che vengono forgiate per tracciare una mai nota, ma a parer dell’anziano fondamentale, linea di demarcazione tra le cose che era in grado di fare lui da giovane, e quello che invece ora NON FUNZIONA!

Per arrivare a qualche esempio pratico, ai tempi che furono era possibile:

  • Lavorare per 25 ore al giorno senza mai lamentarsi
  • Fare l’amore per almeno 6 ore consecutive senza mai fermarsi
  • E, cosa importantissima, riuscire a fare meglio il cemento (vanto per l’anziano specializzato in scrutamento cantieri)

 

3) Vestirsi malissimo e guidare ancora peggio: tra la cataratta che avanza, la poca voglia di rifornire il proprio armadio ma, soprattutto, la radicata convinzione che comunque si è ancora in grado di avere gusti più che alla moda, spesso l’anziano è definibile tale anche dal suo vestiario.

Questi sono gli abiti caratteristici della persona in età avanzata che si rispetti:

  • Cappotto a quadretti “verde minestrone/viola vene varicose” indossato sia a ferragosto che a gennaio inoltrato,
  • Pantaloni in velcro grezzo
  • Mocassini sfondati dagli anni 70.

 

Come dite? Manca la coppola in tinta con il maglione di lana Merlino (no, non abbiamo sbagliato a scrivere, è che quel maglione lo fece ‘mpare Merlino nel ’56, strappando la lana a mani nude dalle pecore e incollandola con gli sputi)? Lo sappiamo bene, ma quella ci serve per spiegare il fatto che, a bordo di una macchina che nel 99% dei casi è una memorabilissima Panda (quella prima serie, si intende), l’anziano si diletta in una cosa in cui è ancora convinto di essere abilissimo: la guida.

È stato scientificamente dimostrato che il rapporto tra anziani che indossano la coppola e l’incapacità di guidare sia talmente stretto che ci sono ricercatori del Massachusetts (FG) che stanno pensando di renderla una regola base delle scienze forensi.

 

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