I pettegolezzi possono avere effetti benefici nelle relazioni sociali

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I pettegolezzi possono avere effetti benefici nelle relazioni sociali

| 07/03/2024
Fonte: Pexels

Uno studio su soggetti virtuali ha rivelato le influenze dei pettegolezzi nelle dinamiche interpersonali

  • Uno studio ha rivelato che i pettegolezzi potrebbero avere effetti benefici nella società
  • Quando qualcuno vuole sapere se un altro individuo con cui deve interagire è o meno una brava persona, spesso cerca informazioni attraverso il pettegolezzo
  • Uno studio ha simulato una rete di pettegolezzi tra soggetti virtuali
  • In presenza di un pettegolo, i soggetti erano più propensi a cooperare per evitare di essere vittime di pettegolezzi
  • Cercavano quindi di evitare comportamenti cattivi o egoistici

 

Il pettegolezzo potrebbe avere degli effetti benefici all’interno di un contesto sociale. Lo rivela uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università del Maryland e dell’Univesità di Standford, pubblicato nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

I ricercatori hanno basato lo studio su questa domanda: “Come è possibile che il pettegolezzo si sia evoluto in un passatempo così popolare che trascende genere, età, cultura e background socioeconomico?”

Trascorriamo un’ora al giorno a parlare degli altri

«Uno studio precedente mostra che, in media, una persona trascorre un’ora al giorno a parlare degli altri, quindi questo sottrae molto tempo alla nostra vita quotidiana, ecco perché è importante studiare il fenomeno», ha affermato il primo autore dello studio Xinyue Pan.

Secondo i ricercatori, il pettegolezzo, definito come lo scambio di informazioni personali su terze parti assenti, può fornire un “beneficio sociale”. Il loro studio ha rivelato che il gossip è efficace nel diffondere informazioni sulla reputazione delle persone, il che può aiutare a connettersi con persone cooperative evitando quelle egoiste.

«Quando qualcuno è interessato a sapere se un altro individuo con cui deve interagire è o meno una brava persona, spesso cerca informazioni attraverso il pettegolezzo, supponendo che le informazioni che riceve siano oneste» ha affermato la coautrice dello studio Dana Nau, professore in pensione presso il Dipartimento di Informatica e Istituto per la Ricerca sui Sistemi dell’UMD.

Il test

Per comprendere meglio le complesse reti di pettegolezzi, il gruppo di ricerca ha utilizzato un modello evolutivo della teoria dei giochi che imita il processo decisionale umano. Combinando i principi della biologia evolutiva e della teoria dei giochi, i ricercatori hanno potuto osservare come i soggetti di studio virtuali interagivano tra loro e alteravano le loro strategie per ricevere ricompense.

In questo caso i ricercatori volevano scoprire se i soggetti avrebbero utilizzato i pettegolezzi per proteggersi o per sfruttare gli altri. Alla fine della simulazione, il 90% degli agenti erano diventati pettegoli.

I ricercatori hanno sostenuto che le persone sono più propense a cooperare in presenza di qualcuno che spettegola perché vogliono proteggere la propria reputazione ed evitare di cadere vittime delle dicerie. Per i pettegoli, ricevere la collaborazione di un’altra persona può essere di per sé una ricompensa. «Se le altre persone si comportano al meglio perché sanno che spettegoli, allora è più probabile che collaborino con te nel fare delle cose», ha spiegato Nau.

Coloro che ascoltano pettegolezzi condizionano il loro comportamento sulla reputazione degli altri e, poiché non vogliono essere oggetto loro stessi di pettegolezzi futuri, cercano di evitare comportamenti disdicevoli.

«I pettegolezzi positivi e negativi sono entrambi importanti perché svolgono un ruolo importante nella condivisione di informazioni sulla reputazione delle persone», hanno spiegato i ricercatori. «Una volta ricevute le informazioni, le persone cooperative possono trovare altre brave persone con cui collaborare, e questo è effettivamente vantaggioso per il gruppo. Quindi spettegolare non è sempre una cosa negativa. Può essere anche una cosa positiva».

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Nau ha spiegato che la ricerca non abbraccia l’intera portata della complessità umana, né può sostituire gli studi comportamentali. Tuttavia, le simulazioni al computer possono produrre nuove teorie che ispirano ricerche successive che coinvolgono soggetti umani. «Le persone sono molto complicate e non possiamo elaborare una simulazione che faccia tutto ciò che fanno nella realtà». La simulazione sui soggetti virtuali può però portare a ipotesi scientifiche da indagare con studi su partecipanti umani.

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