Il segreto della longevità? Avere il cervello giovane

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Il segreto della longevità? Avere il cervello giovane

| 07/10/2025
Fonte: Pexels

L’età biologica del cervello come indicatore principale di salute e longevità

  • L’età biologica del cervello è il miglior predittore di longevità rispetto all’età anagrafica
  • Chi ha un cervello vecchio ha maggior rischio di Alzheimer e altre malattie degenerative
  • I ricercatori hanno sviluppato un indicatore basato su proteine nel sangue per valutare l’invecchiamento degli organi
  • Lo studio ha analizzato 44.498 partecipanti tra 40 e 70 anni per 17 anni, valutando 11 sistemi di organi
  • Un cervello giovane riduce del 40% il rischio di mortalità nei 15 anni successivi

 

Se pensavi che contassero solo gli anni sul calendario, gli scienziati di Stanford hanno una sorpresa per te: l’età del tuo cervello parla più forte di quella anagrafica. Uno studio pubblicato su Nature Medicine ha dimostrato che il cervello giovane è il miglior indicatore di longevità. In pratica, chi ha un cervello “giovane” vive più a lungo, mentre chi ha un cervello biologicamente vecchio rischia non solo malattie degenerative come l’Alzheimer, ma anche una maggiore probabilità di mortalità.

Il team guidato da Tony Wyss-Coray ha analizzato quasi 45.000 persone tra i 40 e i 70 anni per 17 anni, studiando la firma proteica nel sangue di 11 sistemi di organi, tra cui cuore, polmoni, reni, fegato e muscoli. Grazie a queste analisi è stato possibile calcolare l’età biologica di ciascun organo, confrontandola con la media della stessa fascia d’età. In sostanza, il sangue racconta storie che il calendario non rivela.

Come l’età del cervello influenza la salute

Tra tutti gli organi studiati, il cervello emerge come il più potente predittore di salute e longevità. Chi ha un cervello estremamente vecchio ha 12 volte più probabilità di sviluppare Alzheimer nei 10 anni successivi rispetto a chi ha un cervello giovane. E non finisce qui: un cervello vecchio aumenta il rischio di morte del 182% nei 15 anni successivi, mentre un cervello giovane riduce il rischio del 40%. Numeri che rendono chiaro quanto sia fondamentale preservare la giovinezza cerebrale.

L’algoritmo sviluppato dai ricercatori permette di confrontare la firma proteica di ciascun organo con la media della popolazione. Così si può identificare chi ha organi biologicamente giovani o vecchi e predire il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, renali, polmonari, diabete o artrite. In altre parole, la prevenzione non è più una questione generica, ma personalizzata e basata sulla vera età degli organi.

Prevenzione e stile di vita: non sottovalutiamo il cervello

Lo studio apre a scenari interessanti per la medicina preventiva. Se è possibile misurare l’età del cervello, allora è plausibile pensare di poter intervenire prima che insorgano malattie degenerative. Fattori come alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, stimolazione cognitiva e gestione dello stress possono influire sulla giovinezza cerebrale. Non si tratta di magia, ma di comportamenti che rallentano l’invecchiamento degli organi e migliorano la qualità della vita.

Inoltre, la ricerca suggerisce che la longevità non dipende solo da un organo, ma dall’equilibrio tra più sistemi. Anche cuore, polmoni e reni contribuiscono alla salute complessiva, ma il cervello resta il campione assoluto nella previsione della durata della vita e nel rischio di malattie neurodegenerative. Investire nella salute cerebrale, quindi, significa investire direttamente nella propria longevità.

Il futuro della medicina

Gli autori dello studio immaginano un futuro in cui l’età biologica degli organi sarà un parametro fondamentale per la prevenzione personalizzata. La possibilità di “ringiovanire” un organo prima che sviluppi malattie apre la strada a trattamenti mirati e strategie di prevenzione efficaci. La tecnologia, l’analisi proteica e l’intelligenza artificiale potrebbero trasformare il modo in cui monitoriamo e proteggiamo il cervello e altri organi critici.

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Insomma, il cervello non è solo il centro delle nostre emozioni e pensieri, ma anche il termometro della nostra longevità. Mantenerlo giovane non è solo un desiderio filosofico, ma un obiettivo scientifico concreto. Chi pensa che invecchiare sia inevitabile, forse non ha ancora ascoltato i segnali che il sangue e la scienza ci stanno inviando.

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