Conclude con un pensiero dolce ma amaro: dice che sarebbe bello se ognuno riuscisse, almeno un po’, a curare le proprie ferite interiori, proprio come fanno i gatti che si leccano il pelo per guarire, ma riconosce che non è sempre possibile. A volte, scrive, il dolore resta dentro e continua a influenzare anche le cose più semplici, come un disegno di una bambina e un film pensato per far sorridere.




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