Per l’INPS era cieco, ma in casa aveva DVD per adulti

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Per l’INPS era cieco, ma in casa aveva DVD per adulti

| 14/06/2025
Fonte: Pexels

Cieco per l’Inps, ma vedeva fin troppo ben i film per adulti

  • Un sessantottenne di Sassari ha percepito per 13 anni una pensione di invalidità per cecità assoluta
  • Le indagini hanno rivelato che l’uomo si muoveva con piena autonomia per strada
  • Andava personalmente a ritirare l’assegno alle Poste senza supporti
  • A casa sua sono stati trovati numerosi dvd a contenuto esplicito
  • La Procura contesta una truffa da 189.000 euro ai danni dell’Inps

 

In Italia ci sono truffe e truffette, poi ci sono quelle che fanno alzare più di un sopracciglio, come quella di un sessantottenne del Sassarese che per l’Inps era ufficialmente cieco totale. Una cecità che, secondo gli inquirenti, non gli ha però impedito per oltre un decennio di attraversare la strada guardando bene prima a destra e poi a sinistra. Non bastasse, l’uomo gestiva da solo la propria vita quotidiana, comprese passeggiate, giri in centro e l’incasso puntuale dell’assegno alle Poste. Altro che cane guida, bastone o assistenza: il pensionato sembrava cavarsela benissimo da solo.

Fin qui, nulla che uno scettico non possa archiviare sotto “miracolose capacità di orientamento”. Ma la situazione è degenerata quando, durante i controlli, gli investigatori hanno trovato nella sua abitazione una nutrita collezione di dvd con contenuti vietati ai minori. Dettaglio che per la Procura sarebbe più eloquente di mille perizie o certificati medici. Secondo l’accusa, se l’uomo conservava questi film, significa che fosse perfettamente in grado di guardarli. Un’osservazione che ha fatto scattare i sospetti di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Truffa all’Inps: cecità a intermittenza?

Il danno contestato ammonta a circa 189.000 euro, tutti ottenuti tra il 2007 e il 2020 sotto forma di assegni di invalidità per una cecità definita “assoluta”. Eppure i filmati delle Fiamme Gialle raccontano una storia ben diversa: niente inciampi, nessuna guida, autonomia totale nei movimenti. L’uomo entrava e usciva di casa utilizzando le chiavi con precisione, svolgeva commissioni quotidiane e sembrava tutt’altro che bisognoso di supporto visivo.

Il suo legale, però, non ci sta. Secondo la difesa, avere in casa certi dvd non dimostra affatto che l’imputato fosse in grado di guardarli. Magari erano lì per collezione, per nostalgia o per compagnia. E poi, dicono, occorrerebbe comunque distinguere tra la fase iniziale della malattia e un eventuale peggioramento delle condizioni visive avvenuto nel tempo. Argomentazione legittima, ma che dovrà reggere di fronte a una lunga lista di comportamenti tutt’altro che compatibili con l’invalidità dichiarata.

Cecità simulata e assegni veri: l’Inps ora vuole indietro tutto

Ora la palla è nelle mani della giustizia. Il giudice Claudia Sechi ascolterà altri testimoni e valuterà ulteriori prove nella prossima udienza. Nel frattempo, la domanda sorge spontanea: com’è possibile che per 13 anni nessuno abbia notato nulla? La burocrazia ha i suoi tempi, certo, ma qui sembrano più quelli della fiction che della realtà. L’Inps, da parte sua, vorrebbe riavere indietro l’intero importo, il che non sarà facile se si considera che l’imputato ha vissuto per anni di quell’assegno.

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Il caso ricorda altri episodi simili, tra biciclette, passeggiate e addirittura guide automobilistiche da parte di falsi ciechi. Segno che le certificazioni a volte sono più generose della verità. E mentre il dibattimento continua, resta il dubbio: la cecità era vera, parziale o a giorni alterni? Di certo, davanti alle telecamere degli inquirenti, l’uomo sembrava vedere il mondo meglio di molti altri. Compresi i film della sua collezione personale.

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