La casa di “Up” esiste davvero. La commovente storia [+VIDEO]

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La casa di “Up” esiste davvero. La commovente storia [+VIDEO]

| 13/09/2023
Fonte: Youtube

A Seattle una casetta circondata da un centro commerciale ha coincidenze incredibili con la storia del film Pixar

  • Una casetta di Seattle diversi anni fa era abitata da un’anziana donna, Edith Masefield
  • La costruzione di un centro commerciale portò i residenti del quartiere a vendere le proprie case, tranne Edith
  • L’abitazione  della donna è rimasta l’unica inglobata nell’area del centro commerciale
  • La storia ha coincidenze incredibili con il film “Up” seppure non ne abbia ispirato la trama
  • Molti turisti ogni giorno visitano la casa, scattano foto e attaccano palloncini all’ingresso in ricordo del film Pixar

 

La casa di “Up” esiste davvero e si trova a Seattle. La storia è incredibilmente simile a quella del film di animazione che ha emozionato milioni di spettatori in tutto il mondo, ma non ne ha ispirato la trama.

La storia

L’abitazione si trova a Seattle, negli Stati Uniti, ha più di cento anni ed è circondata da un enorme centro commerciale. La storia ricorda così tanto il film che in molti vanno a vedere la casa, fanno foto e attaccano dei palloncini sul cortile d’ingresso.

“Up”, film della Pixar del 2009 vincitore di due premi Oscar, racconta la storia di Carl Fredricksen, un vedovo amareggiato dalla vita che ritrova la voglia di vivere grazie ad un boy scout di nome Russel. Carl vive in una piccola casa circondata da grattacieli e centri commerciali e rifiuta tutte le offerte di venderla per lasciare il posto ad un nuovo edificio commerciale. Un giorno lega migliaia di palloncini al tetto e vola via con la sua casa per realizzare un vecchio sogno.

La costruzione del centro commerciale

La casa di Seattle ha una storia piuttosto simile. È circondata da un grande centro commerciale ed è appartenuta a Edith Masefield, un’anziana donna nata nel 1921 e dalla vita piuttosto travagliata. Edith ancora minorenne si arruolò nell’esercito ed emigrò in Inghilterra, ma fu espulsa poiché non aveva ancora compiuto 18 anni. Rimase comunque nel Regno Unito e durante la seconda guerra mondiale aiutò i bambini orfani i cui genitori furono uccisi sul campo di battaglia. Si sposò quattro volte, ma dopo aver perso il suo unico figlio a soli 13 anni ed essere rimasta vedova, ritornò negli Stati Uniti.

Ha vissuto per decenni nella sua casetta di Seattle fino a quando nel 2006 partì il progetto di costruzione di un grande centro commerciale. Tutti i vicini di casa vendettero le abitazioni per circa 30.000 dollari. Tutti, tranne lei. I dirigenti arrivarono ad offrirle un milione di euro per acquistare la casa e buttarla giù, ma la donna non si lasciò convincere. All’età di 85 anni era così irremovibile che l’impresa edile costruì il centro commerciale attorno alla casa.

I palloncini lasciati dai turisti

A Edith mancavano però i vicini, poiché non aveva più nessuno con cui parlare. Durante i due anni di costruzione del complesso commerciale fece conoscenza con gli operai del cantiere e soprattutto con il direttore dei lavori, Barry Martin, che le portava la posta e andava a trovarla per prendere insieme un tè. A poco a poco nacque un’amicizia. Barry accompagnava la donna dal dottore o a fare la spesa e quando si ammalò di cancro, l’assisteva in ospedale. Quando nel 2008 Edith morì, donò la casa a Barry, con la volontà di venderla e destinare il ricavato per lo studio dei suoi figli. L’edificio fu venduto per 310.000 dollari e da allora è passato a diversi proprietari. Attualmente l’amministrazione comunale ha deciso di dichiarare la casa attrazione turistica di Seattle, dato che ogni giorno arrivano persone a scattare foto e a lasciare un palloncino.

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Il film “Up” seppure molto simile nella storia, non è stato ispirato da questa vicenda. La sceneggiatura fu scritta infatti nel 2004, mentre Edith ricevette la proposta di vendere la casa nel 2006. Le coincidenze restano però sorprendenti.

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