La “lettera del Diavolo” scritta da una suora posseduta nel ‘600 tradotta dal Deep Web

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La “lettera del Diavolo” scritta da una suora posseduta nel ‘600 tradotta dal Deep Web

| 24/10/2023
Fonte: Pixabay

Un software è riuscito a decifrare una misteriosa lettera scritta più di 300 anni fa da una suora siciliana che sosteneva di essere stata posseduta da Satana

  • Decifrata una misteriosa lettera codificata scritta da una suora siciliana del XVII secolo mentre era “posseduta dal Diavolo”
  • La lettera è stata tradotta grazie a un software di decriptazione trovato nel Deep Web
  • Secondo il team di ricerca, il messaggio descrive Dio, Gesù e lo Spirito Santo come “pesi morti”
  • Il testo venne scritto da suor Maria Crocifissa della Concezione, una monaca di 31 anni che visse nel convento di Palma di Montechiaro, in Sicilia
  • L’11 agosto 1676, la suora fu trovata sul pavimento della sua cella, con il volto coperto d’inchiostro e con una lettera scritta in modo incomprensibile

 

Una misteriosa lettera codificata scritta da una suora siciliana del XVII secolo mentre era “posseduta dal Diavolo” è stata finalmente tradotta usando un software di decriptazione trovato nel Deep Web. Gli scienziati hanno usato un algoritmo decodificatore per tradurre il testo. Secondo il team di ricerca, il messaggio – davvero diabolico – descrive Dio, Gesù e lo Spirito Santo come “pesi morti”. La lettera venne scritta da suor Maria Crocifissa della Concezione, una monaca di 31 anni che visse nel convento di Palma di Montechiaro, in Sicilia.

Secondo quanto riportato dai documenti storici, l’11 agosto 1676, la suora fu trovata sul pavimento della sua cella, con il volto coperto d’inchiostro e con una lettera scritta in un incomprensibile mix di simboli e lettere. Sembra che suor Maria affermò che la lettera fu scritta dal Diavolo nel tentativo di farla allontanare da Dio e condurla verso il male, come suggeriscono alcuni racconti storici. Le altre sorelle le credettero, e siccome loro – e le generazioni di suore che vennero dopo di loro – non riuscirono a dare un senso al codice, lo mostrarono al convento.

Molte persone hanno cercato di decodificarlo nel corso degli anni, ma nessuno ci è riuscito fino ad ora. Un team del museo della scienza Ludum di Catania, in Sicilia, ha usato un software trovato sul deep web per decodificare il testo.

La decriptazione

Il messaggio – composto solo da 14 righe di lettere arcaiche e confuse – ha sfidato per secoli ogni tentativo di comprenderne il significato. Ora, gli scienziati sembrano aver risolto il mistero: “Abbiamo utilizzato questo software, che crediamo sia utilizzato dai servizi di intelligence per il codebreaking, e abbiamo effettuato la decodifica della lettera”, ha dichiarato al quotidiano The Times il direttore del centro Daniele Abate.

I ricercatori hanno anche esaminato i documenti storici della suora in merito alla sua vita, per saperne di più sulla donna. “Quando si lavora sulla decriptazione storica, non si può ignorare il profilo psicologico della scrittrice. Avevamo bisogno di sapere il più possibile su questa suora”, ha aggiunto Abate. Chi era suor Maria? Qual è la sua storia?

Secondo i documenti storici, suor Maria Crocifissa della Concezione, nata Isabella Tomasi (antenata dello scrittore italiano Giuseppe Tomasi di Lampedusa che poi citerà la missiva ne “Il gattopardo”), è entrata nel convento benedettino a soli 15 anni. “La lettera sembrava come se fosse scritta in forma stenografica. Abbiamo ipotizzato che suor Maria creasse un nuovo vocabolario usando antichi alfabeti che forse conosceva”, ha commentato Abate. Per scoprirlo con certezza, le ricerche hanno prima testato il software che hanno usato con alcuni simboli stenografici standard di diverse lingue. Hanno scoperto che la lettera della suora conteneva un mix di parole di alfabeti antichi come il greco, il latino, il runico e l’arabo.

“Abbiamo analizzato come le sillabe e i grafismi [o pensieri rappresentati come simboli] ripetuti nella lettera per localizzare le vocali, e abbiamo utilizzato un raffinato algoritmo di decodifica”, ha detto Abate, osservando che il team non aveva grandi aspettative per il risultato. “Abbiamo pensato che avremmo avuto la possibilità di rivelare alcune parole sensate. Ma la suora aveva una buona padronanza delle lingue: il messaggio era più completo del previsto”.

Il contenuto della lettera

La lettera, oltre a chiamare la Santissima Trinità “pesi morti”, afferma che Dio è stato inventato dall’uomo e continua dicendo che “Dio pensa di poter liberare i mortali, ma questo sistema non funziona per nessuno” e conclude con “Probabilmente adesso, Stige è certo”. Nella mitologia greca e romana, lo Stige è il fiume che separa l’aldilà dal mondo dei vivi. Per la chiesa dell’epoca, la lettera era considerata il risultato della lotta di suor Maria contro “innumerevoli spiriti malvagi”, secondo un resoconto scritto sulla vicenda da parte della Badessa Maria Serafica.

Secondo il racconto di Serafica sul comportamento della suora scritto poco dopo l’incidente, il Diavolo avrebbe costretto Suor Maria (che in seguito fu benedetta) a firmare la lettera. La monaca oppose eroicamente alla richiesta scrivendo “Ohimé” (oh me), che è l’unica parola comprensibile nella lettera. Quindi questa è davvero la lettera di Satana? Suor Maria fu preda di una possessione demoniaca?

Le ipotesi degli esperti

Nonostante i risultati decisamente inquietanti, Abate non crede che Suor Maria sia mai stata posseduta dal Diavolo, ma che invece potrebbe aver sofferto di alcune malattie mentali, come la schizofrenia o il disturbo bipolare: “L’immagine del Diavolo è spesso presente in questi disturbi. Abbiamo appreso dai documenti storici che ogni notte la suora urlava e combatteva contro Satana”.

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Per quanto riguarda il messaggio in codice – come accennato poco fa – Abate crede che sia stato frutto di un’ampia conoscenza linguistica da parte della monaca: “Personalmente credo che la suora avesse una buona padronanza delle lingue, che le ha permesso di inventare il codice, e potrebbe aver sofferto di una patologia psichiatrica come la schizofrenia, che le ha fatto immaginare dialoghi con Satana”.

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