Le “impronte digitali respiratorie” identificano una persona con una precisione del 97%

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Le “impronte digitali respiratorie” identificano una persona con una precisione del 97%

| 01/07/2025

Il respiro è determinato da un insieme di processi biologici che varia da individuo a individuo

  • Lo schema respiratorio umano è diverso per ogni persona e costituisce una sorta di “impronta digitale”
  • Uno studio ha dimostrato che è possibile identificare le persone con una precisione fino al 97% basandosi esclusivamente sulla respirazione
  • L’unicità del respiro deriva da una complessa combinazione di inspirazione, espirazione, durata delle pause e variazioni individuali influenzate da fattori fisiologici
  • Il respiro potrebbe essere utilizzato come metodo di riconoscimento al pari delle impronte digitali, il riconoscimento facciale o le scansioni dell’iride
  • La scoperta potrebbe avere impiego anche in campo medico per monitorare lo stato di salute di una persona

 

Le impronte digitali non solo l’unico elemento per riconoscere gli esseri umani. Un recente studio ha scoperto che ogni individuo ha uno schema respiratorio unico che può essere utilizzato per identificare una persona, con una precisione del 97%.

Il complesso meccanismo della respirazione

Sebbene sembri semplice, la respirazione è un processo complesso governato da diverse regioni cerebrali. Questo ha portato all’ipotesi dei ricercatori: «Dato che abbiamo tutti un cervello unico, ipotizziamo che questa unicità si rifletta anche nel nostro respiro» ha dichiarato a Live Science l’autrice dello studio, Timna Soroka, dottoranda presso il Weizmann Institute of Science, in Israele.

Per testare questa ipotesi è stato applicato su 97 volontari un dispositivo che per 24 ore ha registrato la respirazione e l’espirazione nelle quotidiane attività, compreso il sonno.

Attraverso un software i ricercatori hanno analizzato il respiro e le sue variazioni nell’arco delle 24 ore, e il modello risultante era diverso per ogni persona. Questa unicità è attribuita a una combinazione di fattori fisiologici, tra cui la specifica anatomia delle vie respiratorie, la capacità polmonare, il controllo neurale della respirazione e persino il modo in cui il corpo risponde allo stress o al rilassamento.

Il test è stato poi ripetuto su 42 persone in un giorno casuale nell’arco di due anni ed è emerso che il modello respiratorio era lo stesso di quello del test principale e comunque diverso da tutti gli altri soggetti analizzati. L’algoritmo è riuscito ad identificare i singoli partecipanti con una precisione del 96,8%, basandosi esclusivamente sugli schemi respiratori.

Le potenziali applicazioni

Le implicazioni di questa scoperta sono vaste. In un’era in cui la sicurezza biometrica è in costante evoluzione, un’identificazione basata sul respiro offre un’alternativa interessante ai metodi tradizionali come le impronte digitali, il riconoscimento facciale o le scansioni dell’iride. Oltre alla sicurezza, questa ricerca potrebbe avere applicazioni anche in campo medico. La possibilità di monitorare e identificare le persone attraverso il loro respiro potrebbe portare a nuove tecniche diagnostiche o a sistemi di monitoraggio della salute a distanza più sofisticati.

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Le variazioni nel modello di respirazione potrebbero indicare non solo l’identità di un individuo, ma anche il suo stato di salute, potenzialmente segnalando l’insorgenza di malattie respiratorie o altre condizioni mediche prima che i sintomi diventino evidenti.

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