Lo strano comportamento del cucciolo di “drago” sorprende gli scienziati

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Lo strano comportamento del cucciolo di “drago” sorprende gli scienziati

| 09/04/2024
Fonte: Youtube

Il proteo è una salamandra che vive esclusivamente nelle acque delle caverne. Alcuni esemplari sono però stati avvistati in superficie

  • Il proteo è un anfibio che vive dentro le grotte
  • La specie, vivendo nell’oscurità, è cieca, e si muove grazie ad uno sviluppatissimo senso dell’olfatto e dell’udito, sfruttando anche i campi magnetici
  • Un team di ricercatori ha avvistato diversi esemplari di salamandra in superficie al di fuori delle grotte, rimettendo in discussione le attuali conoscenze sulla specie
  • Una delle ipotesi formulate è che le creature acquatiche salgano in superficie in cerca di cibo o per riprodursi
  • La cecità e il colore bianco della pelle li rende particolarmente esposti ai predatori

 

Un piccolo “drago” acquatico che abita esclusivamente nelle caverne sotterranee è stato avvistato a trascorrere del tempo in superficie, lasciando interdetti gli scienziati. Il proteo (proteus anguinus) è un anfibio urodelo dello stesso ordine di tritoni e salamandre e vive esclusivamente dentro le grotte.

Il “pesce umano” o “cucciolo di drago”

È anche chiamato “pesce umano” per la sua pelle rosata ed è estremamente longevo: può vivere fino a 100 anni. Per il suo aspetto bizzarro in passato era definito “cucciolo di drago”. La specie, avendo vissuto per milioni di anni nell’oscurità, è cieca, e si muove grazie ad uno sviluppatissimo senso dell’olfatto e dell’udito, sfruttando anche i campi magnetici. La scoperta delle uscite in superficie è stata fatta da ricercatori guidati da Raoul Manenti, professore di zoologia dell’Università di Milano.

«Ad oggi sono disponibili osservazioni molto limitate di protei all’esterno delle caverne», hanno scritto in un articolo pubblicato sulla rivista “Ecology”. «E quelli che sono stati avvistati altrove sono considerati colpi di fortuna».

Tuttavia la squadra si è imbattuta con grande sorpresa in un cucciolo di drago che nuotava in una sorgente fuori terra. Un comportamento poi definito non così raro come inizialmente si credeva. «Inaspettatamente, i protei sono stati rilevati ripetutamente anche durante il giorno, quando si presume che le condizioni degli habitat superficiali (luce, presenza di predatori visivi) siano particolarmente inadatte per gli abitanti delle caverne».

Le ipotesi degli scienziati

Gli anfibi sono stati osservati in 15 sorgenti nel nord-est dell’Italia e in un caso è stata trovata una larva: «una scoperta eccezionale», afferma il team. «Per quanto ne sappiamo, rappresenta l’individuo più piccolo mai trovato sul campo e l’unica larva trovata al di fuori delle caverne». Poiché è stato scoperto durante un periodo in cui nessuna inondazione poteva spiegare la sua presenza lì, ciò potrebbe suggerire che i protei possano in alcuni casi riprodursi nelle sorgenti fuori terra oppure andare in cerca di cibo. Dallo studio di 12 esemplari prelevati nei siti, è emerso che 5 di loro rigurgitavano lombrichi mangiati di recente e non appartenenti a specie che vivono in ambienti sotterranei come le caverne.

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Se l’abbondanza di cibo può spingere le salamandre al di fuori del loro habitat naturale, la loro cecità e il colore bianco tipico degli ambienti bui li rende però più visibili durante il giorno e più facile bersaglio dei predatori.

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