Perché i medici medievali assaggiavano e annusavano l’urina dei loro pazienti?

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Perché i medici medievali assaggiavano e annusavano l’urina dei loro pazienti?

| 22/06/2023
Fonte: Pexels

L’urologia è nata nel Medioevo, ma con tecniche parecchio diverse

  • Un tempo le tecniche mediche erano parecchio approssimative
  • Tra di esse era molto diffusa l’analisi dell’urina, cosa che è arrivata fino a noi
  • I medici del Medioevo riuscivano a distinguere 20 tipi di urine in base al gusto, all’odore e al colore
  • Per farlo, ovviamente, la assaggiavano e la annusavano
  • Utilizzando la cosiddetta “ruota delle urine”, il medico inglese del XVII secolo Thomas Willis fece una prima scoperta sul diabete

 

Seppur molte tecniche siano cambiate nel corso della storia della medicina con lo sviluppo della scienza e della comprensione del corpo umano, uno strumento di diagnosi medica che rimane importante oggi come 500 anni fa è l’urologia ovvero lo studio della pipì. Oggi le persone che bevono l’urina sono solitamente dei salutisti o dei feticisti della pipì, ma un tempo sarebbero potuti essere degli ottimi medici. I dottori del Medioevo erano infatti in grado di distinguere 20 urine solo dal gusto (sì, esatto, la assaggiavano), dall’odore e dal colore.

Mentre una persona comune può capire se ha mangiato troppa barbabietola dal colore rosso della sua pipì o se ha bevuto troppo alcol dal suo odore fermentato, gli esperti medici possono usare l’analisi dell’urina per individuare qualsiasi cosa, dalla clamidia al cancro. Questa pratica risale al 1300, ma è stata resa popolare nel 1500, quando i medici medievali hanno compilato le loro analisi delle urine dei malati per creare una “Ruota delle Urine”, con 20 diverse categorie basate su vista, gusto e olfatto.

L’urina era divisa in 20 categorie diagnostiche in base alle sue proprietà

In un mondo privo di radiografie e di esami del sangue, questo era uno dei principali strumenti di cui disponevano i medici rudimentali per capire cosa succedeva all’interno del corpo dei loro pazienti. Proprio come nella moderna analisi medica dell’urina, i medici del 1500 non si limitavano a controllarne il colore. Mettendo l’urina del paziente in una serie di fiale, ne verificavano la consistenza, la limpidezza e la presenza di sedimenti. Queste proprietà dell’urina erano suddivise in 20 categorie diagnostiche, che richiedevano all’esaminatore di essere in grado di distinguere tra 20 diversi sapori e odori di urina.

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Utilizzando la ruota delle urine, il medico inglese del XVII secolo Thomas Willis fece una prima scoperta sul diabete, notando che l’urina di un paziente diabetico aveva un sapore “meravigliosamente dolce come se fosse impregnata di miele o zucchero”. Tuttavia, mentre questo metodo di analisi è cambiato poco nel corso dei secoli, le diagnosi sono migliorate notevolmente. All’epoca infatti si pensava che l’urina rivelasse gli squilibri dei quattro umori (sangue, bile gialla, bile nera e flegma). Inoltre, secondo il testo del 1300 “Sull’urina”, un’urina bianca o pallida poteva significare “milza, idropisia, intossicazione, nefrite, delirio, diabete, reumatismi, bile nera, epilessia, vertigini, brividi al fegato o (con una febbre biliosa) morte”.

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