La “Millenium Camera” fotograferà lo stesso posto per mille anni

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La “Millenium Camera” fotograferà lo stesso posto per mille anni

| 01/02/2024
Fonte: Twitter

Il progetto vuole documentare i cambiamenti urbani e ambientali nell’arco di un millennio per agire e migliorare il futuro che ci aspetta

  • Una telecamera è stata installata a Tucson, in Arizona, per documentare il cambiamento del paesaggio nei prossimi mille anni
  • Millenium Camera è un progetto universitario per sensibilizzare le persone a riflettere su ciò che ci aspetta nel futuro e sul ruolo dell’uomo nel modificare l’ambiente
  • La fotocamera stenopeica rileverà le modifiche del paesaggio sovrapponendole in un’unica foto
  • Tra mille anni il cambiamento climatico, la tecnologia dell’intelligenza artificiale e molti altri fattori daranno al mondo un aspetto diverso
  • I ricercatori hanno in programma di installare altre Millennium Camera in varie parti della Terra

 

Come evolverà il mondo nei prossimi mille anni? Una fotocamera proverà a dare la risposta, documentando il cambiamento di uno stesso posto fino al 3023. Il progetto “Millennium Camera” testimonierà l’evoluzione di Tucson, in Arizona nel prossimo millennio.

Il progetto

L’idea è partita dal filosofo sperimentale Jonathon Keats, ricercatore associato presso il College of Fine Arts dell’Università dell’Arizona. Lui e il suo team del Desert Laboratory hanno installato la fotocamera con un punto di vista che domina il quartiere di Star Pass. Lo scopo è sensibilizzare le persone su quello che sarà il nostro futuro.

«La maggior parte di noi ha una visione piuttosto cupa di ciò che ci aspetta», afferma Keats in un comunicato universitario. «È facile immaginare tra mille anni una versione peggiore di Tucson rispetto a quella che vediamo oggi, ma il fatto che possiamo immaginarla non è una brutta cosa, anzi. Se possiamo pensare a ciò che potrebbe accadere, allora possiamo anche motivarci ad agire per migliorare il futuro».

Una fotocamera stenopeica

Millenium Camera non vuole documentare solo lo sviluppo urbano nel corso del tempo, ma anche portare a riflettere sul ruolo dell’uomo nel modellare l’ambiente.

Ma come funziona la Millenium camera? Si tratta di una fotocamera stenopeica, la macchina fotografica più semplice e antica. È composta da una semplice scatola con un foro attraverso il quale entra la luce, che viene riflessa da un materiale fotosensibile. Una delle caratteristiche della fotocamera stenopeica è che necessita di un lungo tempo di esposizione, a volte fino a un’ora, per scattare una foto. Il professor Keats ha approfittato di questa tecnologia per creare la sua Millennium Camera, una camera oscura che ha un tempo di esposizione di mille anni.

L’invenzione ha al suo interno un materiale fotosensibile che impiegherà un millennio per catturare una foto. Naturalmente in quei mille anni la città di Tucson cambierà molto. Tutte le modifiche si rifletteranno in un’unica foto. È possibile che alcuni edifici scompariranno e ne verranno costruiti di nuovi, o che la città venga distrutta, o abbandonata.  I palazzi che rimangono più a lungo sembreranno nitidi. Quelli che hanno avuto una vita breve saranno quasi trasparenti. Sicuramente, chi esaminerà la foto nell’anno 3023 dovrà utilizzare qualche tecnica per separare ogni cambiamento “sovraesposto” in un’unica immagine.

Cosa ci riserva il futuro

Come sarà la vita tra mille anni è difficile da immaginare, anche se è un interessante esperimento mentale. Se torniamo indietro di un millennio, eravamo ancora nel Medioevo, a combattere le battaglie con spade e asce. Tra mille anni il cambiamento climatico, la tecnologia dell’intelligenza artificiale e molti altri fattori avranno senza dubbio cambiato il nostro mondo in modi che lo renderanno molto diverso da oggi.

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Keats prevede di espandere il progetto, con un’altra telecamera su Tumamoc Hill rivolta in una direzione diversa e ulteriori installazioni presso il Santa Rita Experimental Range e, a livello globale, in luoghi come Chongqing, Cina, e Griffith Park a Los Angeles. «Spero che questo porti a un processo planetario di ripensamento del pianeta Terra per le generazioni future» ha concluso il filosofo.

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