Le missioni nello Spazio possono causare la disfunzione erettile

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Le missioni nello Spazio possono causare la disfunzione erettile

| 10/01/2024
Fonte: Pexels

I problemi possono continuare anche una volta tornati sulla Terra

  • Uno studio della NASA ha evidenziato che le missioni nello Spazio, esponendo gli astronauti ai raggi cosmici e alla microgravità, potrebbero causare problemi di disfunzione erettile
  • L’esposizione a raggi cosmici simulati e microgravità ha provocato aumenti dello stress ossidativo e danni alle arterie nei topi
  • I risultati sollevano preoccupazioni sul fatto che i tessuti vascolari compromessi durante le missioni spaziali potrebbero portare a problemi di disfunzione erettile persistente anche dopo il ritorno sulla Terra
  • Gli astronauti possono essere esposti a quantità di raggi cosmici equivalenti a un anno di esposizione sulla Terra in un solo giorno al di fuori dell’atmosfera terrestre
  • Il trattamento con antiossidanti mirati ai percorsi chimici che regolano la circolazione del sangue potrebbe essere efficace nel contrastare i problemi di disfunzione erettile derivanti dalle missioni spaziali

 

Andare su Marte o sulla Luna potrebbe non essere un’ottima idea per gli astronauti maschi. A rivelarlo è uno studio della NASA che ha approfondito i rischi per la loro salute intima durante queste missioni. L’esposizione ai raggi cosmici, particelle altamente energetiche presenti nello Spazio, e in misura minore la microgravità, potrebbero infatti causare problemi di disfunzione erettile. Problemi che non solo si avrebbero lassù, ma anche quando si torna sulla Terra. persino dopo il ritorno sulla Terra.

La ricerca, che si basa su esperimenti condotti su topi, ha sollevato preoccupazioni riguardo al fatto che i raggi cosmici e la microgravità potrebbero danneggiare i tessuti vascolari. Un fenomeno che qui sulla Terra non avviene dato che siamo protetti dai danni dei raggi cosmici grazie al campo magnetico e all’atmosfera. Anche gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) beneficiano di questa protezione, ma al di fuori dell’atmosfera terrestre ricevono una quantità di raggi cosmici in un giorno pari a quella che una persona sulla Terra accumula in un anno.

Sono stati riscontrati un aumento dello stress ossidativo e danni alle arterie

Lo studio condotto da Justin La Favor, esperto di disfunzioni neurovascolari alla Florida State University, ha simulato gli effetti delle radiazioni cosmiche sulla fisiologia maschile esponendo i topi a raggi cosmici simulati e mantenuti in condizioni di microgravità simulata. Le analisi hanno evidenziato un aumento dello stress ossidativo. Inoltre sono stati riscontrati danni alle arterie che forniscono sangue al membro anche dopo una breve esposizione ai raggi cosmici.

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Come detto però i problemi non si fermano una volta tornati sulla Terra. Secondo i ricercatori, infatti, la funzione neurovascolare dei tessuti erettili negli astronauti potrebbe rimanere compromessa a lungo termine. Per contrastare tali problemi sembra essere efficace il trattamento con antiossidanti mirati ai percorsi chimici che regolano la circolazione del sangue.

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