Monkey-barring: quando il dating diventa tradimento (senza nemmeno accorgersene)

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Monkey-barring: quando il dating diventa tradimento (senza nemmeno accorgersene)

| 05/11/2025
Fonte: Pexels

La nuova tendenza delle relazioni: il monkey-barring che confonde la libertà con la paura di restare soli

  • Il monkey-barring è una tendenza in cui si passa da una relazione all’altra senza chiudere davvero con la precedente
  • Gli esperti lo definiscono una forma di tradimento emotivo legata alla paura di restare soli
  • La psicologa Angelina Koch chiarisce che non va confuso con il poliamore, dove c’è consenso tra tutti i partner
  • Chi pratica il monkey-barring cerca sicurezza e novità, ma finisce per evitare la crescita personale e la consapevolezza di sé
  • Riconoscere questo comportamento può aiutare a costruire relazioni più autentiche e sane

 

C’è chi salta da una storia all’altra come se fossero app del momento e chi, invece, rimane appeso all’ex come a un vecchio salvataggio emotivo. Benvenuti nel mondo del monkey-barring, la nuova tendenza del dating che mescola dipendenza affettiva, paura del vuoto e una buona dose di confusione sentimentale.

Secondo la psicologa e coach di relazioni Angelina Koch, intervistata da Vice, il monkey-barring descrive quel comportamento in cui una persona non chiude davvero una relazione prima di iniziarne un’altra. In pratica, si tiene una “liana emotiva” pronta prima di lasciare la precedente, proprio come fanno le scimmie tra i rami. Sembra una mossa di sopravvivenza, ma è in realtà una fuga dal confronto con se stessi.

Monkey-barring: il confine sottile tra libertà e tradimento emotivo

Il monkey-barring non è un semplice flirt o una distrazione passeggera: per molti psicologi è una forma di tradimento emotivo. Non si tradisce fisicamente, ma si mantiene una connessione con qualcun altro mentre si è ancora coinvolti in una relazione, creando un doppio legame emotivo. Koch lo descrive chiaramente: “Il monkey-barring si basa sulla codipendenza ed è probabilmente una forma di tradimento, mentre il poliamore si basa sulla capacità di amare più persone contemporaneamente in modo romantico e non è tradimento perché tutti i soggetti coinvolti hanno acconsentito”.

La differenza con il poliamore, infatti, è enorme: nel primo caso si agisce per paura, nel secondo per scelta consapevole. Uno è un sintomo, l’altro un modello relazionale. Eppure, entrambi vengono spesso confusi da chi preferisce definirsi “libero” piuttosto che “emotivamente irrisolto”.

La radice del problema: la paura di restare soli

Perché così tante persone si aggrappano a più relazioni contemporaneamente? Koch spiega che dietro questo comportamento si nasconde spesso una mancanza di crescita emotiva. “Le persone che si comportano in questo modo spesso mancano di crescita emotiva, perché affrontano costantemente la vita in modo basato sulla paura per evitare il duro lavoro necessario per guarire dalle ferite di una relazione passata”.

Il problema non è cercare l’amore, ma cercarlo senza mai fermarsi. Chi passa continuamente da un partner all’altro non dà tempo a se stesso di metabolizzare, capire e guarire. Il risultato? Una serie di storie che si somigliano tutte, con finali sempre più prevedibili.

Quando il bisogno di conferme diventa una trappola

La ricerca costante di attenzioni e di emozioni nuove dà una falsa sensazione di sicurezza. È l’illusione di “non essere soli”, quando in realtà ci si allontana sempre più da una connessione reale. Secondo Koch, molte persone amano l’emozione del monkey-barring perché “dà la sicurezza di non essere soli”, anche se questa sicurezza è costruita sulla paura.

Il paradosso è che, nel tentativo di evitare il dolore, si finisce per replicarlo all’infinito. Chi vive di monkey-barring evita di guardarsi dentro, restando intrappolato in un ciclo di relazioni che iniziano con entusiasmo e finiscono con la stessa inevitabile disillusione.

Dal salto alla consapevolezza: chiudere un capitolo per aprirne un altro

Il monkey-barring non è solo una moda del cuore 3.0, ma lo specchio di un malessere più profondo. In un’epoca in cui tutto è sostituibile, anche le persone lo diventano. Ma riconoscere questa dinamica è già un primo passo verso la guarigione.

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Imparare a stare soli, ad accettare la fine di una storia e a fare i conti con le proprie ferite è la chiave per smettere di saltare da un ramo all’altro. Perché la vera crescita, anche sentimentale, arriva quando si impara a lasciare andare senza cercare subito un nuovo appiglio. E, soprattutto, quando si capisce che restare da soli per un po’ non è un fallimento, ma un atto di forza emotiva.

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