Il monumento Yonaguni: meraviglia della natura o opera dell’uomo? [+VIDEO]

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Il monumento Yonaguni: meraviglia della natura o opera dell’uomo? [+VIDEO]

| 11/01/2024
Fonte: Youtube

Sulla costa meridionale del Giappone si trova un misterioso complesso roccioso la cui origine da anni alimenta il dibattito

  • Il sito di Yonaguni, in Giappone, è stato scoperto nel 1995 da un subacqueo al largo della costa di Okinawa
  • La formazione è costituita da una serie di blocchi monolitici disposti sul fondo del mare come dei terrazzamenti
  • I massi combaciano perfettamente tra loro, hanno giunzioni ad angolo retto e intagli che sembrano delle scalinate
  • La presenza di segni e fori sulle pietre fanno ipotizzare ad un sito costruito da popoli di 10.000 anni fa
  • Secondo alcuni scienziati invece le rocce si sarebbero formate naturalmente in un’area altamente sismica

 

Lungo la costa meridionale di Yonaguni, in Giappone, si trova un enigmatico complesso roccioso la cui natura alimenta da anni il dibattito: si tratta di una formazione naturale o è stato opera dell’uomo 10.000 anni fa?

La scoperta

Il sito fu scoperto nel 1995 da un subacqueo al largo della costa di Okinawa. Lo scenario che si trovò  davanti era spettacolare: sul fondale marino c’erano monumentali blocchi monolitici disposti come fossero dei terrazzamenti. Il complesso attirò subito numerosi archeologi subacquei, appassionati e curiosi. Nonostante i numerosi studi e le tante ipotesi, finora non è ancora stata accertata l’origine delle rocce, formate da blocchi che combaciano perfettamente, che hanno giunzioni ad angolo retto e intagli che sembrano scalinate.

I sostenitori della teoria di una costruzione artificiale sottolineano caratteristiche come due fori rotondi (larghi circa 61 cm) e una fila diritta di fori più piccoli che sembrano essere un tentativo di dividere una sezione della roccia per mezzo di cunei, come nelle antiche cave. Il professor Masaaki Kimura, un sismologo marino dell’Università di Rykyus, ha anche evidenziato alcuni segni, come una croce e una forma a V, che sembrano essere incisioni di natura umana e potrebbero essere stati realizzati con strumenti chiamati kusabi.

Le strutture in pietra sarebbero i resti di un’antica città che doveva essere esistita circa 10.000 anni fa, quando il livello del mare era molto più basso rispetto ad oggi. Un sostenitore di questa visione è l’esploratore e ricercatore Graham Hancock, che traccia parallelismi tra Yonaguni e altre rovine trovate sotto le acque del lago Titicaca e a Dwarka, al largo delle coste dell’India. I siti offrono ulteriori prove dell’esistenza di un vasto mondo sottomarino contenente strutture che risalgono a tempi molto lontani della storia umana.

Gli studi sul sito

Secondo un gruppo di scienziati, invece, i grandi blocchi si sarebbero formati naturalmente come risultato dei movimenti tettonici e altri fenomeni naturali.

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Il geologo Robert Schoch della Boston University ritiene che le strutture si siano formate naturalmente. Nell’area ad alto rischio sismico i terremoti tendono a fratturare le rocce in maniera regolare. Altri esempi di formazioni simili con pareti piatte e bordi affilati e diritti sono le colonne di basalto del Giant’s Causeway e la formazione di scale naturali sulla Old Rag Mountain. Sebbene molte delle caratteristiche osservate a Yonaguni siano riscontrabili anche nelle formazioni di arenaria in altre parti del mondo, la concentrazione di così tante formazioni peculiari e angoli di 90 gradi in un’area così piccola continua ad alimentare i dubbi sulla natura del complesso.

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