Perché ci sono obelischi in tutto il mondo e che significato hanno?

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Perché ci sono obelischi in tutto il mondo e che significato hanno?

| 05/10/2023
Fonte: Pixabay

Gli obelischi sono tra i monumenti più antichi della storia e si sono diffusi in tutti i continenti

  • L’obelisco è uno dei monumenti più antichi e diffusi al mondo
  • In Egitto era un anello di congiunzione tra terra e cielo, dedicato alle divinità egiziane e simbolo della potenza dei faraoni
  • Gli obelischi erano dei monoliti scolpiti in un unico blocco di marmo
  • La cuspide degli obelischi rappresentava la pietra Benben, la collina primordiale da cui ebbe origine il mondo
  • L’obelisco più alto al mondo è il Monumento a Washington, di 169 metri, mentre il più famoso quello in piazza San Pietro, in Vaticano

 

Gli obelischi sono uno dei manufatti più antichi e diffusi al mondo. Sono nati in Egitto e la loro funzione è in parte ancora avvolta dal mistero. Erano monumenti spettacolari, anello di congiunzione tra terra e cielo, spesso dedicati alle divinità solari dell’Egitto e simbolo della potenza dei faraoni.

Le origini

I primi obelischi risalgono alla quinta e sesta dinastia dell’Antico Regno ((dal 2494 al 2184 a.C. circa), la stessa epoca in cui furono costruite le piramidi di Giza.

«La caratteristica più stupefacente è che gli obelischi sono dei monoliti scolpiti nel granito come unico blocco di diverse centinaia di tonnellate. La maggior parte proveniva dalla cava di Assuan» ha spiegato la storica Pamela O.Long, «La base era quadrata, si assottigliava gradualmente man mano che si alzava, e terminava sulla sommità con una struttura a forma di piramide chiamata “pyramidion”».

Scolpire un obelisco dalla roccia di una cava, trascinarlo su una nave e trasportarlo sul fiume per poi scaricarlo e posizionarlo in qualche punto della città costituiva un’impresa straordinaria che richiedeva notevoli abilità tecniche e l’impiego di migliaia di lavoratori.

La pietra Benben

Secondo gli esperti gli obelischi nella loro funzione originaria avrebbero simboleggiato la pietra Benben. Lo spiega Vicky Almansa-Villatoro, docente di Egittologia alla Brown University.

«Secondo gli antichi miti egizi sulla creazione dell’universo, all’inizio c’era un oceano primordiale di nulla chiamato Nun. La prima cosa a sorgere dalle acque fu un tumulo di terra, la cosiddetta collina primordiale che si ispirava alle fertili terre che sorgevano ogni anno dal Nilo dopo la periodica inondazione. Il Benben era la rappresentazione della collina primordiale».

Secondo il docente il Benben era un monumento a forma di tumulo di terra simile  una piccola piramide, adorato dagli abitanti di Heliopolis. «I templi del sole della quinta dinastia avevano nei cortili un tumulo di terra simile a una piccola piramide, così come le estremità degli obelischi sono sormontate da un piccolo pyramidion. Sia gli obelischi che le piramidi sono icone che simboleggiano la collina primordiale e la pietra Benben».

La diffusione nel mondo

I monumenti erano decorati sui quattro lati con scritte geroglifiche che commemoravano le gesta del faraone. Nel corso dei secoli gli obelischi sono stati poi spostati e trasferiti in altre parti del mondo o riprodotti sulla base dei modelli egiziani. Gli obelischi edificati a Roma e in varie parti dell’Impero Romano, similmente a quelli egizi, ricordavano le imprese belliche di imperatori e condottieri. Nei secoli successivi questa tipologia di monumento si diffuse in tutto il mondo, dall’Asia all’America e costituiva un simbolo commemorativo di eventi storici locali.

L’obelisco più alto al mondo è il Monumento a Washington, alto 169 metri ed eretto per celebrare George Washington, padre fondatore e primo presidente degli Stati Uniti.

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Il più famoso è invece l’obelisco di piazza San Pietro in Vaticano, noto non per il trasferimento a Roma dopo la conquista dell’Egitto da parte dei romani, ma per il suo spostamento nella piazza voluto da papa Sisto V ed eseguito da Domenico Fontana nel 1586, con una serie di interventi complessi che necessitarono di 13 mesi di lavoro preparatorio, 900 uomini, 75 cavalli e 40 argani.

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