Parrucchiera riproduce le complicate acconciature greche e romane

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Parrucchiera riproduce le complicate acconciature greche e romane

| 17/08/2023
Fonte: Pixabay

Janet Stephens di giorno taglia e colora i capelli delle clienti, di notte studia e riproduce le complicate acconciature del passato

  • Janet Stephens è una parrucchiera di Baltimora appassionata di archeologia
  • Per anni ha osservato le elaborate acconciature delle donne rappresentate nelle statue greche e romane e ha provato a riprodurle
  • Utilizzando le normali forcine non riusciva a tenere insieme le tante ciocche, poi è arrivata l’intuizione
  • Usando ago e filo l’acconciatura cucita teneva per diversi giorni
  • Stephens per avere una riproduzione fedele ha utilizzato rudimentali strumenti dell’epoca per acconciare i capelli

 

Janet Stephens è una parrucchiera di Baltimora che di giorno taglia e colora i capelli delle clienti e di notte diventa un’archeologa dilettante che studia e riproduce le acconciature dell’epoca greca e romana.

La passione per l’archeologia

Stephens combina la passione per il suo lavoro a quello per l’archeologia, studiando i segreti di come le donne portavano i capelli nei tempi antichi. Gli storici e gli archeologi hanno sempre ritenuto che le elaborate acconciature riprodotte nelle sculture in marmo fossero semplicemente invenzioni artistiche dello scultore o che si trattasse di parrucche e che avessero poco a che fare con le reali acconciature delle donne dell’epoca. Stephens ha notato che invece erano rappresentazioni abbastanza fedeli di come le donne portavano i capelli e ha avuto l’idea di provare a rifarle.

La lavorazione di alcune acconciature era così complicata che la donna aveva difficoltà a riprodurre la pettinatura. Inizialmente per tenere le ciocche usava le forcine standard che però non reggevano i capelli. Poi è arrivata l’intuizione. «Mi sono resa conto che se avessi usato ago e filo per tenere insieme le ciocche, l’acconciatura poteva essere realizzata e avrebbe retto». Stephens ha ipotizzato che gli schiavi acconciassero i capelli delle padrone cucendoli con ago e filo in modo tale da tenerli in ordine per diversi giorni.

L’uso di strumenti dell’epoca

La parrucchiera ha analizzato molte statue esposte nei musei e ha effettuato ricerche storiche per sostenere la sua teoria, confluita in un articolo pubblicato sul Journal of Roman Archaeology, diventando una delle poche non accademiche ad aver scritto un articolo sulla rivista scientifica. Stephens ha spiegato come i capelli delle donne greche e romane venissero prima divisi con cura, poi intrecciati, avvolti e attorcigliati, a volte parzialmente o totalmente racchiusi in un copricapo.

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Per avere una riproduzione ancora più fedele delle acconciature, la studiosa ha utilizzato anche rudimentali strumenti dell’epoca, tra cui un ago d’osso, gomma di acacia e ferri arricciacapelli rudimentali.

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