Il “calcolatore sociale”: perché siamo più generosi con alcuni e meno con altri

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Il “calcolatore sociale”: perché siamo più generosi con alcuni e meno con altri

| 02/05/2025
Fonte: Pexels

Uno studio ha analizzato le dinamiche che si attivano quando si decide di aiutare qualcuno nella propria cerchia sociale di riferimento

  • Il precuneo e l’amigdala basolaterale (BLA) sono aree del cervello coinvolte nella generosità sociale
  • Il cervello usa queste regioni per bilanciare interessi personali e bisogni altrui, in base alla vicinanza emotiva
  • Pazienti con danni al precuneo mostrano comportamenti meno empatici e meno altruismo verso gli altri
  • Persone con danni alla BLA restano generose con amici, ma non con sconosciuti
  • Le scoperte possono contribuire allo sviluppo di terapie per disturbi che compromettono le relazioni sociali

 

La generosità è quella predisposizione d’animo che spinge una persona ad aiutare qualcun altro o a dedicarsi ad una nobile causa, anche sacrificandosi, e agendo in maniera del tutto altruistica e disinteressata.

Le aree del cervello che stimolano la generosità

Un recente studio neuroscientifico ha identificato due aree chiave del cervello coinvolte nella generosità e nel comportamento prosociale. Le ricerche, condotte da team internazionali, hanno analizzato sia soggetti sani sia pazienti affetti da malattie rare, come la Niemann-Pick di tipo C e la sindrome di Urbach-Wiethe, che colpiscono specifiche regioni cerebrali.

Nel primo caso, studiando pazienti con danni ad una zona del cervello detta “precuneo” a causa della malattia di Niemann-Pick, è emerso che questa regione agisce come una “calcolatrice sociale”, aiutando l’individuo a bilanciare i propri interessi con quelli degli altri. Quando questa funzione è compromessa, i soggetti manifestano comportamenti meno empatici e generosi, anche in contesti che normalmente stimolerebbero altruismo.

I test comportamentali

Parallelamente, un altro gruppo di ricerca ha studiato persone affette dalla sindrome di Urbach-Wiethe, una condizione genetica rara che colpisce selettivamente l’amigdala basolaterale (BLA). Nei test comportamentali, i partecipanti hanno selezionato otto persone dalla loro cerchia sociale, dal loro amico più caro (distanza sociale 1) a un perfetto sconosciuto (distanza sociale 100). Hanno poi deciso quanto denaro avrebbero condiviso con ciascuna persona. Mentre gli individui sani riducevano gradualmente la loro generosità con l’aumentare della distanza sociale, i partecipanti UWD mostravano un declino molto più marcato, diventando drammaticamente più egoisti verso chiunque si trovasse al di fuori della loro cerchia più ristretta, anche in condizioni che normalmente spingerebbero all’altruismo.

I risultati indicano che la BLA non ci rende semplicemente più o meno generosi. Piuttosto, ci aiuta a modulare la nostra generosità in base alla nostra vicinanza emotiva agli altri. Senza una BLA funzionante, le persone tendono al massimo egoismo, tranne che con gli amici più cari.

L’interazione tra il precuneo e la BLA potrebbe essere alla base di un sofisticato sistema cerebrale che regola il comportamento sociale umano. La BLA sembra offrire la flessibilità necessaria per superare questo egoismo quando opportuno, permettendoci di essere generosi anche con chi è al di fuori della nostra cerchia sociale immediata.

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Comprendere questi meccanismi aiuta non solo a chiarire come prendiamo decisioni morali e altruistiche, ma potrebbe offrire nuovi spunti terapeutici per disturbi neurologici e psichiatrici, come l’autismo, la psicopatia o le forme di demenza, in cui la regolazione sociale è alterata.

 

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