Dal permafrost con furore: la pianta zombie rinasce dopo 32.000 anni grazie ai semi

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Dal permafrost con furore: la pianta zombie rinasce dopo 32.000 anni grazie ai semi

| 07/09/2025
Fonte: Wikipedia

Rinata dopo 32.000 anni, la Silene stenophylla ci dimostra che madre natura ha una memoria glaciale

  • Un team di scienziati russi ha riportato in vita la pianta estinta Silene stenophylla
  • I semi sono stati trovati nel permafrost siberiano in una tana di scoiattolo antica 32.000 anni
  • La rigenerazione è avvenuta tramite coltura in vitro da tessuti placentari
  • Le nuove piante mostrano tratti morfologici diversi da quelle moderne
  • La scoperta rivela il potenziale del permafrost come archivio genetico

 

Nel gelo eterno della Siberia, un gruppo di scienziati russi ha fatto quello che Hollywood fatica ancora a immaginare: riportare in vita una pianta estinta da 32.000 anni. E no, non è un sequel di Jurassic Park versione botanica, anche se l’effetto è più o meno quello. Il protagonista di questa storia vegetale è la Silene stenophylla, una pianta a foglia stretta che ha deciso di prendersi la sua rivincita sulla storia evolutiva.

Tutto ha inizio nel 2007, quando i ricercatori scoprono una tana di scoiattolo scavata nel permafrost siberiano, a 38 metri di profondità. All’interno, semi e frutti dimenticati da un roditore dell’era glaciale, conservati così bene che nemmeno il tempo ha avuto il coraggio di toccarli. Un vero e proprio archivio biologico nascosto nel ghiaccio.

Il ritorno della pianta estinta: quando il permafrost fa da frigorifero millenario

Non tutti i semi, però, hanno voglia di collaborare dopo 32 millenni. I tentativi di farli germogliare falliscono miseramente, ma qui entra in gioco la scienza con la S maiuscola. Gli studiosi decidono di usare una tecnica avanzata: coltivare tessuti placentari prelevati da frutti non ancora maturi, grazie alla coltura in vitro. E miracolosamente funziona.

Ne vengono fuori 36 nuove piantine, tutte cloni perfetti, che crescono felici e rigogliose in laboratorio. I fiori? Bianchi e ben formati, con una fertilità superiore anche alle cugine moderne. Altro che green thumb, qui si parla di rigenerazione vegetale estrema.

Pianta rigenerata da 32.000 anni: il mistero dei petali extra large

Ma il bello arriva quando si guardano i dettagli. Le nuove Silene stenophylla non sono proprio identiche a quelle che esistono oggi. Hanno petali più lunghi e spaziosi, quasi fossero appena uscite da un reality floreale preistorico. Gli scienziati ipotizzano che questi tratti siano fenotipi antichi: caratteristiche adattate al clima glaciale e poi perse col tempo.

Una specie di effetto nostalgia botanico che ci ricorda quanto la biodiversità passata sia ancora tutta da scoprire. E sì, anche le piante possono avere il loro lato vintage.

Permafrost: archivio del passato e risorsa per il futuro

Lo studio, pubblicato già nel 2012 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, dimostra come il permafrost sia molto più di una minaccia climatica. È anche una riserva genetica naturale, dove condizioni stabili e temperature bassissime hanno preservato il DNA per decine di migliaia di anni.

A rendere possibile il tutto, un mix letale per il tempo: assenza di scongelamenti, freddo costante e la presenza di zuccheri come il saccarosio nei tessuti vegetali. Un ambiente ideale per la conservazione, almeno se sei un seme che aspira all’eternità.

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Quando la scienza coltiva il passato e ci parla del futuro

In un’epoca in cui parliamo di estinzioni come di incidenti inevitabili, questa pianta zombie rispunta dal terreno (anzi, dal ghiaccio) per dirci che la natura non dimentica nulla, basta solo darle i mezzi giusti. E magari un laboratorio ben attrezzato. La Silene stenophylla non è solo un esperimento riuscito: è un segnale che il passato può ancora germogliare, soprattutto quando la scienza e la pazienza si incontrano nel cuore del permafrost.

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