Prevedere il futuro? Il cervello umano lo fa nel sonno

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Prevedere il futuro? Il cervello umano lo fa nel sonno

| 11/06/2024
Fonte: Pixabay

Una nuova frontiera nella previsione del futuro

  • Scoperti i neuroni “Nostradamus” nella corteccia visiva: questi neuroni sono in grado di prevedere eventi futuri basandosi su esperienze passate, anticipando per esempio la traiettoria di un oggetto in movimento
  • La capacità predittiva dei neuroni “Nostradamus” funziona automaticamente, anche quando l’attenzione è focalizzata su altri compiti, suggerendo un processo inconscio
  • Il cervello sfrutta le informazioni derivanti dalle esperienze passate per formulare aspettative sul futuro, adattando i nuovi fenomeni a modelli già memorizzati nei nostri ricordi
  • L’ippocampo, una struttura chiave nella formazione e nel recupero dei ricordi, è strettamente legato alla capacità di immaginare e prevedere eventi futuri
  • La comprensione del funzionamento dei neuroni “Nostradamus” potrebbe portare a nuovi approcci per trattare disturbi neurologici e mentali, come l’ansia anticipatoria
  • La scoperta di questi neuroni evidenzia l’incredibile complessità e capacità del cervello di anticipare il futuro, aprendo nuove strade per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica

 

La capacità del cervello umano di prevedere il futuro è stata recentemente approfondita grazie a uno studio condotto dai neuroscienziati della Radboud University di Nimega. Questo studio, pubblicato su Nature Communications, ha rivelato l’esistenza di particolari neuroni nella corteccia visiva, denominati “Nostradamus”, capaci di anticipare eventi futuri basandosi sulle esperienze passate.

I neuroni “Nostradamus”: un’incredibile scoperta nella corteccia visiva

Gli scienziati hanno identificato questi neuroni nella corteccia visiva, una regione del cervello che elabora le informazioni sensoriali provenienti dagli occhi. Questi neuroni non solo rispondono agli stimoli visivi presenti, ma sono anche in grado di prevedere il percorso di oggetti in movimento. Ad esempio, possono anticipare la traiettoria di un’auto mentre attraversiamo la strada, permettendoci di reagire prontamente e in sicurezza.

I ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale di volontari mentre osservavano un puntino bianco muoversi rapidamente da sinistra a destra su uno schermo. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno osservato che i neuroni nella corteccia visiva si attivavano seguendo il movimento del puntino. Sorprendentemente, questi neuroni continuavano ad attivarsi anche quando il movimento del puntino veniva interrotto, indicando che il cervello era in grado di prevedere la traiettoria futura del puntino basandosi sulle osservazioni precedenti.

La previsione automatica e l’attenzione

Un aspetto affascinante di questa scoperta è che la capacità predittiva di questi neuroni sembra essere un processo automatico. Anche quando ai volontari veniva chiesto di concentrarsi su un altro compito, come seguire una lettera che cambiava sullo sfondo dello schermo, i neuroni “Nostradamus” continuavano a predire il movimento del puntino. Questo suggerisce che la corteccia visiva può completare sequenze anche con input parziali, rendendo il processo indipendente dall’attenzione cosciente degli individui.

L’impatto delle esperienze passate sulla previsione del futuro

Il cervello utilizza le informazioni raccolte dalle esperienze passate per formulare aspettative sul futuro. Questo meccanismo non solo aiuta a reagire rapidamente in situazioni critiche, ma è anche essenziale per la nostra evoluzione e adattabilità. Il cervello classifica continuamente nuovi fenomeni basandosi su esperienze precedenti, adattandoli a modelli memorizzati nei nostri ricordi. Questo processo è fondamentale per la nostra capacità di prendere decisioni rapide e efficaci in situazioni complesse e dinamiche.

Implicazioni per la neuroscienza e le tecnologie future

La scoperta dei neuroni ‘Nostradamus’ apre nuove prospettive nella comprensione del funzionamento del cervello umano e delle sue capacità predittive. Questa comprensione potrebbe avere implicazioni significative in vari campi, dalla psicologia alla neurobiologia, fino allo sviluppo di nuove tecnologie e terapie per disturbi neurologici. Per esempio, comprendere come il cervello prevede il futuro potrebbe portare a nuovi approcci per trattare condizioni come l’ansia anticipatoria e altri disturbi legati allo stress.

Il ruolo della memoria episodica e dell’ippocampo

Le prove scientifiche suggeriscono che esiste uno stretto legame tra memoria episodica, immaginazione e previsione del futuro. In questo processo, l’ippocampo, una struttura situata nel lobo temporale del cervello, svolge un ruolo cruciale. L’ippocampo è responsabile della formazione e del recupero dei ricordi, e questa funzione è strettamente collegata alla capacità di immaginare e prevedere eventi futuri. Gli eventi particolarmente significativi o traumatici influenzano profondamente le nostre convinzioni sul futuro, modellando il modo in cui interpretiamo e rispondiamo agli stimoli futuri.

Le credenze personali e le anticipazioni

La mente umana è in grado di archiviare e recuperare dati, adattando la realtà a uno schema coerente con il proprio concetto di sé. Le credenze formatesi durante l’infanzia, influenzate dal contesto educativo e dagli adulti significativi, giocano un ruolo cruciale nella nostra capacità di anticipare il futuro. Queste credenze diventano schemi automatici che guidano le nostre azioni, pensieri e reazioni, fornendo una bussola con cui navigare la vita. Una visione ottimista o pessimista degli eventi passati influisce direttamente su come vediamo il futuro e sulle nostre aspettative.

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