Prodotti stupidi e inutili che hanno fatto guadagnare milioni ai loro creatori [+FOTO]

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Prodotti stupidi e inutili che hanno fatto guadagnare milioni ai loro creatori [+FOTO]

| 30/07/2023
Fonte: Pixabay

Alcune invenzioni talmente inutili da diventare milionarie

  • Alcune invenzioni sono state totalmente inutili, ma hanno permesso ai loro ideatori di diventare milionari
  • La Million Dollar Homepage era un sito web composto da un milione di pixel
  • L’iFart è invece un’app che emette suoni di peti
  • Non dimentichiamo i Beanie Babies, dei semplici peluche introvabili
  • Infine c’è il Pet Rock, un sasso con degli occhietti incollati

 

Non pensate mai che la vostra idea imprenditoriale sia troppo stupida per funzionare. Più è stupida, più potreste diventare ricchi. A insegnarcelo è la storia, dato che a volte le persone hanno escogitato le invenzioni più ridicole, ma sono riusciti comunque a guadagnarci tantissimi soldi. Forse si tratta di buon marketing o forse siamo ancora più stupidi per aver comprato questi prodotti, ma inevitabilmente è successo e succederà ancora. Ecco dunque alcuni prodotti incredibilmente inutili che hanno fruttato milioni di euro ai loro inventori.

Partiamo dalla Million Dollar Homepage. Nel 2005, lo studente britannico ventunenne Alex Tew ha creato un sito web composto da un milione di pixel. Se vi sembra una cosa esagerata, tenete conto che un normale display a 1080p, come quello che probabilmente avete sul vostro telefono o computer, ne ha più di due milioni. Si tratta dunque di meno della metà dei pixel del vostro schermo. A quel punto ha iniziato a pubblicizzare che avrebbe venduto i pixel a 1 dollaro l’uno ed il suo affare è riuscito. Ebbene sì, se fate due calcoli il conto è presto fatto: il sito web gli ha fruttato un milione di dollari.

Invenzioni stupide

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iFart, l’app che emette suoni di peti

Sempre rimanendo in tema tecnologico, la prima era degli smartphone era davvero un Far West per gli sviluppatori di software. Si poteva creare praticamente qualsiasi applicazione e lanciarla sull’Apple Store. È quello che ha fatto Joel Comm. Ha creato iFart, un’applicazione per iPhone che emette un suono di peto quando si preme un pulsante. Nel 2008 ha iniziato a vendere l’applicazione a 0,99 dollari. L’applicazione ha trascorso settimane al primo posto tra le applicazioni più vendute dell’Apple Store.

Poi è scesa al secondo posto e lì è rimasta per un tempo immemore. Oggi iFart è tra le 20 applicazioni per iPhone più vendute di tutti i tempi. Anche se non abbiamo un numero esatto di quanto Comm abbia guadagnato con l’app, quando iFart era al massimo della sua popolarità guadagnava 10.000 dollari al giorno. Secondo stime prudenti, Comm ha guadagnato almeno un paio di milioni con l’app che emette rumori di peti.

Invenzioni stupide

Fonte: Wikimedia

Peluche e sassi

Passiamo poi a qualcosa di più concreto, ovvero i Beanie Babies. Cosa li ha resi speciali? Essenzialmente nulla, dato che non sono molto diversi da qualsiasi altro peluche. Eppure la gente ne andava matta. In parte è merito di un marketing intelligente. Il loro creatore, Ty Warner, decise di vendere i peluche solo in piccoli negozi indipendenti invece che nelle grandi catene di giocattoli, creando una scarsità artificiale. Come dimostra la mania dei Beanie Baby, la gente li ha “divorati”. Lanciata nel 1993, l’azienda di Warner guadagnò 700 milioni di dollari in un solo anno. Nel 1999, il fatturato annuo era di 1 miliardo di dollari.

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Infine c’è il Pet Rock, probabilmente il prodotto più insulso mai realizzato. È esattamente ciò che sembra, un sasso con degli occhietti incollati. Probabilmente potreste costruirne uno da soli per meno di un euro. Ma Gary Dahl, il creatore del Pet Rock, li vendeva nel 1975 per 3,95 dollari a sasso. E per un breve periodo la gente ne andò pazza. La moda non durò a lungo, probabilmente perché la gente si rese conto che il Pet Rock è letteralmente solo un sasso. Ma Dahl ne ha venduti quasi cinque milioni nell’anno di lancio. Insomma, in totale ha guadagnato più di 15 milioni di dollari vendendo letteralmente sassi.

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