Rinomina la moglie “Cicciotta” in rubrica: il giudice lo condanna a risarcirla

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Rinomina la moglie “Cicciotta” in rubrica: il giudice lo condanna a risarcirla

| 14/12/2025
Fonte: Pexels

Quando un soprannome affettuoso diventa motivo di risarcimento

  • Un uomo turco ha salvato il numero della moglie in rubrica come “Tombek”, cioè “Cicciotta”
  • Durante il divorzio, la donna ha ritenuto il soprannome offensivo e umiliante
  • Il tribunale di Uşak ha condannato l’ex marito a risarcirla per danni morali e materiali
  • La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza, creando un precedente legale
  • Il caso ha scatenato un acceso dibattito sui social tra chi difende e chi critica la decisione

 

C’è chi salva il partner come “Amore”, chi come “Tesoro”, e chi – forse con troppa leggerezza – opta per “Cicciotta”. È successo in Turchia, dove un uomo ha pensato bene di registrare il numero della moglie come “Tombek”, un termine che in turco significa appunto “Cicciotta”. Nulla di tragico, se non fosse che il nomignolo è finito dritto nelle carte del divorzio.

Durante la causa, la donna ha dichiarato di aver trovato la cosa offensiva e degradante, sostenendo che quel modo di chiamarla avesse minato il rispetto nella loro relazione. I giudici, dopo aver valutato il contesto, le hanno dato ragione, riconoscendole un risarcimento economico per danni morali e materiali.

La Corte di Cassazione conferma: “Cicciotta” non è un complimento

Il caso, avvenuto nella città di Uşak, è arrivato fino alla Corte di Cassazione turca, che ha confermato la condanna all’uomo. La sentenza, oltre a far discutere, stabilisce un precedente: da oggi i soprannomi affettuosi (o presunti tali) potrebbero avere conseguenze legali se percepiti come offensivi.

Sui social, naturalmente, si è aperto il dibattito. Molti utenti hanno applaudito la decisione, vedendola come un segnale di rispetto verso la dignità personale. Altri, invece, hanno reagito con ironia, sostenendo che “essere chiamati Cicciotta non è poi un insulto” e che forse il marito non aveva intenzioni cattive.

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Quando l’ironia pesa più di una parola

Il caso “Tombek” dimostra che anche un dettaglio apparentemente innocuo può trasformarsi in un problema serio. In fondo, ciò che per qualcuno è un nomignolo affettuoso, per qualcun altro può suonare come una mancanza di rispetto. Morale della favola? Prima di salvare il nome del partner in rubrica, meglio pensarci due volte. Perché se in Turchia “Cicciotta” può costare un risarcimento, “Amore mio” resta comunque una scelta più sicura – e decisamente più diplomatica.

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