I robot “cannibali” diventano più grandi “divorando” robot più piccoli [+VIDEO]

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I robot “cannibali” diventano più grandi “divorando” robot più piccoli [+VIDEO]

| 08/08/2025
Fonte: Youtube

Messo a punto un dispositivo in grado di accrescere la propria struttura sottraendo elementi ad altri robot simili

  • Ricercatori della Columbia University hanno creato robot modulari capaci di crescere e rigenerarsi consumando parti di altri robot o materiali ambientali
  • Il concetto chiave è il “metabolismo robotico” che permette una trasformazione fisica autonoma ispirata alla biologia
  • Questa capacità permette al robot di aumentare dimensioni e funzionalità senza intervento umano
  • Le applicazioni includono l’esplorazione spaziale e operazioni in ambienti pericolosi dove l’intervento umano è limitato
  • Questa tecnologia innovativa solleva anche interrogativi etici e di sicurezza che richiedono specifiche riflessioni

 

La ricerca robotica avanzata ha messo a punto uno strabiliante prototipo di robot “cannibale”, in grado di utilizzare parti di altri robot simili per riparare dei danni o accrescere la propria struttura.

Quello che un tempo sembrava solo un concetto da fantascienza, ora è realtà grazie al lavoro di ingegneri della Columbia University, negli Stati Uniti. La tecnologia introduce il concetto di “metabolismo robotico”, aprendo scenari rivoluzionari per l’esplorazione spaziale, la gestione di catastrofi e la robotica ecologica.

Un robot che cresce consumando altri robot

Il prototipo sviluppato, denominato Truss Link, è un robot modulare composto da unità triangolari con giunti magnetici. Queste unità possono unirsi e separarsi, permettendo al robot di modificare la propria forma, rigenerare componenti danneggiati e persino assorbire altri moduli come fonte di nuova struttura o funzionalità. In pratica, questi robot inglobano parti di altri robot “inutilizzati” o rottami, e le integrano alla propria struttura per migliorare le prestazioni.

Il sistema non è dotato di intelligenza artificiale avanzata, ma è programmato per prendere decisioni meccaniche autonome, scegliendo quali pezzi inglobare e in che modo riorganizzarsi per superare un ostacolo o adattarsi a un compito.

Il concetto di “metabolismo robotico”

Il cuore della ricerca è il concetto di metabolismo robotico, descritto dagli autori come la capacità di un robot di incorporare nuovi materiali per migliorare se stesso. È un’analogia con il metabolismo biologico, ma applicato a sistemi meccanici. Il robot si comporta quasi come un organismo vivente, capace di crescere, evolversi e guarire in modo fisico, non solo aggiornando il software ma trasformando attivamente la propria struttura.

Durante i test, un robot dalla forma tetraedrica è stato incaricato di affrontare una discesa. Dopo aver inglobato un modulo aggiuntivo, il robot ha aumentato la propria velocità del 50–66%. Questa trasformazione ha dimostrato che la struttura fisica del robot può influenzare in modo significativo la sua performance, e che l’autogenerazione strutturale è un vantaggio evolutivo anche nel campo della robotica.

Applicazioni pratiche

I robot cannibali potrebbero avere applicazione in molteplici settori, in particolare in ambienti dove la manutenzione umana è difficile o impossibile, come nelle esplorazioni spaziali, nelle operazioni in ambienti radioattivi o contaminati, nei recuperi in zone di disastro naturale, nell’esplorazione di grotte, oceani o strutture collassate. Poiché il robot può rigenerarsi o migliorarsi inglobando materiali simili presenti sul posto, non richiede intervento umano costante per essere riparato o potenziato.

Una nuova forma di autonomia

Il professor Hod Lipson, esperto in robotica evolutiva, sottolinea che l’autonomia del futuro non potrà essere solo cognitiva, ma anche fisica. I robot dovranno saper “sopravvivere” da soli, affrontare ambienti dinamici e adattarsi senza supporto esterno.

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Il concetto di “robot che mangia altri robot”, per quanto provocatorio, è un passaggio fondamentale verso dispositivi autonomamente sostenibili, particolarmente in contesti dove l’uomo non può intervenire.

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