Salato, dolce, amaro, acido e non solo: ecco qual è il quinto gusto

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Salato, dolce, amaro, acido e non solo: ecco qual è il quinto gusto

| 25/08/2023
Fonte: Pixabay

Umami: il quinto gusto

  • Se pensate che i gusti siano quattro, vi sbagliate di grosso
  • Nel 1908 un professore di chimica ne ha scoperto un quinto
  • Si tratta di umami
  • Questo sapore è in grado di valorizzare i cibi a cui si accompagna
  • Ecco una lista di alimenti in cui è contenuto

 

Siamo convenzionalmente portati a credere che i gusti siano quattro: salato, dolce, amaro e acido. In realtà, però, ce n’è un quinto che quasi nessuno conosce, ma che tutti sperimentano ogni giorno. Si tratta dell’umami, un gusto scoperto nel 1908 da Kikunae Ikeda, professore di chimica dell’Università Imperiale di Tokyo. Sorseggiando il dashi, un brodo tipico della tradizione culinaria giapponese, l’uomo si era resto conto che il sapore dominante della pietanza non fosse inquadrabile nei quattro gusti che tutti conosciamo.

Così, isolò l’ingrediente principale del brodo – ovvero l’alga Laminaria japonica – ed esaminandola riuscì ad identificare la sostanza gustativa alla base di questo sapore. Per volere del professore, il nuovo gusto prese il nome di umami, dal giapponese “umai”, che significa delizioso. Vi state chiedendo quale sia il suo sapore? Naturalmente, è difficile descriverlo a parole. Come ha spiegato l’Umami Information Center, “In termini scientifici, umami è definito come il sapore dei sali che combinano glutammato, inosinato o guanilato con ioni del calibro di sodio, come glutammato monosodico o ioni potassio.

Che sapore ha l’umami?

Si tratta di un gusto sapido piacevole che viene dal glutammato e da diversi ribonucleotidi, tra cui inosinato e guanilato, che si trovano naturalmente in carne, pesce, verdura e prodotti lattiero caseari“. Il sapore dell’umami viene descritto come sapido e carnoso. Anche quando contenuto in alte concentrazioni all’interno degli alimenti, mantiene un aroma sottile, che aiuta ad esaltare la dolcezza o la sapidità dei cibi a cui si accompagna.

Proprio per la sua complessità, il quinto gusto è rimasto sconosciuto per molto tempo, anche dopo la sua scoperta da parte del professore. Oggi, gli chef ne hanno intuito le potenzialità e lo stanno sfruttando nei propri piatti per valorizzare i sapori delle pietanze, suscitando l’interesse dei consumatori.

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Curiosi di sperimentare l’umami direttamente con le vostre papille gustative? I cibi in cui si trova il quinto gusto sono prevalentemente di origine asiatica. Tra questi, ad esempio, rientrano la selyodka, ovvero l’aringa salata russa, la salsa di soia, il miso e i funghi shitake. Questo sapore si trova anche nei cibi italiani, come parmigiano, prosciutto crudo, asparagi e mais.

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