Gli effetti dei farmaci sui salmoni: la nuova frontiera dell’inquinamento
- Uno studio sul campo rivela gli effetti dei farmaci nei fiumi sui salmoni
- Il clobazam, un sedativo, migliora la migrazione dei salmoni verso il mare
- I pesci attraversano più velocemente le dighe idroelettriche
- Le alterazioni del comportamento sociale sono legate all’esposizione ai farmaci
- I ricercatori invitano alla cautela: gli effetti sull’ecosistema sono imprevedibili
Nel mondo acquatico non c’è pace nemmeno per i salmoni. Uno studio condotto in Svezia ha mostrato che tracce di clobazam, un sedativo comunemente usato per i disturbi del sonno, possono alterare profondamente la migrazione dei salmoni atlantici. I giovani esemplari, durante il loro viaggio fluviale verso il Mar Baltico, sembrano trarre una curiosa spinta da questi farmaci dispersi nell’ambiente.
La ricerca, pubblicata su Science e frutto della collaborazione internazionale guidata dall’Università svedese di scienze agrarie, ha coinvolto anche Griffith University in Australia. L’approccio è stato del tutto innovativo: invece di limitarsi ai laboratori, i ricercatori hanno testato gli effetti dei farmaci direttamente in natura, nel fiume Dal.
Comportamenti anomali nei salmoni esposti a clobazam
I risultati hanno fatto alzare più di un sopracciglio nel mondo scientifico. I salmoni “trattati” con clobazam non solo sono riusciti a migrare con maggiore successo rispetto ai loro simili, ma hanno anche attraversato due dighe idroelettriche con maggiore rapidità. Un comportamento insolito, visto che queste strutture rappresentano spesso un ostacolo importante per la migrazione.
Ma se questi effetti sembrano quasi “positivi” a una prima lettura, gli esperti mettono in guardia: qualsiasi alterazione del comportamento naturale può avere ricadute imprevedibili sull’ecosistema. In altre parole, se i salmoni iniziano a migrare “sballati”, l’equilibrio dell’intera rete ecologica rischia di finire fuori asse.
Inquinamento da farmaci nei fiumi: un problema globale
Secondo il dottor Marcus Michelangeli, dell’Australian Rivers Institute, l’inquinamento da farmaci è un’emergenza ambientale sottovalutata. Con oltre 900 sostanze rilevate nelle acque dolci di tutto il mondo, il problema è ormai su scala planetaria. Soprattutto i farmaci psicoattivi, come antidepressivi e analgesici, possono alterare le funzioni cerebrali degli animali acquatici, influenzandone la socialità e il comportamento.
Nel caso dei salmoni, un esperimento di laboratorio ha confermato che il clobazam modifica anche il comportamento di gruppo: i pesci sembrano meno inclini a nuotare in branco, un atteggiamento che può renderli più vulnerabili ai predatori.
Salmoni migratori e sostanze psicoattive: un mix rischioso
L’uso di speciali impianti a rilascio lento e trasmettitori per il tracciamento ha permesso ai ricercatori di monitorare ogni tappa della migrazione dei giovani salmoni. Anche il tramadolo, un analgesico oppioide spesso presente nei fiumi, è stato testato. I dati indicano che l’effetto combinato di questi farmaci potrebbe alterare interi momenti chiave del ciclo vitale della specie.
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Il declino del salmone atlantico è già una realtà ben documentata, causata da pesca eccessiva, perdita di habitat e frammentazione dei corsi d’acqua. Ma ora entra in scena anche l’inquinamento farmaceutico come possibile minaccia aggiuntiva. Il messaggio degli scienziati è chiaro: i farmaci ci aiutano, ma una volta terminata la loro funzione non dovrebbero continuare a influenzare altri esseri viventi. Soprattutto se quei viventi hanno le pinne e una lunga strada da percorrere controcorrente.
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Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.science.org/doi/10.1126/science.adp7174
- https://www.eurekalert.org/news-releases/1079733
- https://www.slu.se/en/ew-news/2025/4/pharmaceutical-pollution-affects-migration-in-atlantic-salmon/
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