Alcuni dei più feroci samurai in Giappone erano donne

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Alcuni dei più feroci samurai in Giappone erano donne

| 07/11/2023
Fonte: Youtube

Guerriere valorose, le donne samurai erano addestrate al pari degli uomini e spesso si sono distinte per la loro abilità nelle battaglie

  • Le donne samurai in Giappone si affermarono al pari degli uomini
  • Ricevevano gli stessi addestramenti e a volte combattevano al loro fianco
  • Le donne samurai erano presenti nella storia giapponese già nel 200 d.C.
  • Hangaku Gozen nel 1201 sollevò una rivolta e guidò un esercito di 3000 samurai contro 10.000 soldati di un clan rivale
  • Nel XVII secolo lo stato sociale della donna in Giappone cambiò  e la figura delle guerriere combattenti fu sostituita da quella delle madri e mogli rispettose

 

Nell’antico Giappone, dove l’arte della battaglia era prevalentemente di dominio maschile, si affermarono anche le donne come valorose guerriere e in molti casi furono feroci ed abili combattenti al pari degli uomini.

Le Onna-bugheisha

Le donne samurai erano addestrate nel combattimento, nell’autodifesa e nell’uso delle armi al pari della controparte maschile. Durante la formazione dovevano mantenere gli stessi standard e svolgere gli stesi compiti, trovandosi talvolta a combattere fianco a fianco.

In Giappone le samurai donne erano chiamate Onna-bugheisha. Facevano parte dell’alta borghesia e della nobiltà chiamata Bushi, proprio come i samurai maschi. Erano addestrate nell’arte della guerra e nell’uso della Nangita, un’arma leggera simile ad un bastone. Portavano sempre un pugnale nella manica ed erano abili nell’usarlo. L’addestramento però non era finalizzato ad andare in battaglia, ma a difendere la propria casa, i propri figli e l’onore. Potevano però occasionalmente anche prendere parte ad una guerra.

Il passaggio da guerriere a madri e mogli

Tra le donne samurai che si distinsero per le loro abilità ci sono Tomoe Gozen, che combatté valorosamente nella battaglia di Awazu nel 1184 e Hangaku Gozen, che nel 1201 sollevò una rivolta e, a capo di un esercito di 3000 guerrieri, combattette contro 10.000 soldati fedeli al clan Hōjō riuscendo a sconfiggerli. Diventò la prima donna di un’onorevole stirpe di samurai che aveva saputo difendere il proprio clan. Nella letteratura giapponese viene definita “coraggiosa come un uomo e bella come un fiore”.

Nel periodo che va dalla metà del XV secolo all’inizio del XVII secolo i testi riportano di Onna-bugheisha che guidavano bande di donne armate impegnate in varie battaglie. Tuttavia all’inizio del XVII secolo si verificò nella società giapponese un drastico cambiamento nello stato sociale delle donne. Con il nuovo ordine di convenzioni sociali e l’avvento della pace, fu rivoluzionato lo status delle donne samurai, costrette a passare da temibili guerriere a mogli e madri rispettose.

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Alla fine del XIX secolo, un’altra leggendaria donna samurai di nome Nakano Takeko avrebbe guidato uno speciale gruppo femminile di guerriere noto come Jōshitai che usccise 172 avversari. Morì per una ferita da arma da fuoco mentre guidava una spedizione contro le truppe dell’esercito imperiale giapponese del dominio di Ōgaki. Le azioni di Nakano e della sua banda di combattenti donne del Joshigun vengono ancora commemorate oggi durante l’annuale Festival autunnale di Aizu.

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