Scoperti alcuni indizi sull’esistenza delle Amazzoni

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Scoperti alcuni indizi sull’esistenza delle Amazzoni

| 23/04/2024
Fonte: Facebook

In uno scavo in Azerbaigian sono emersi resti di donne guerriere che potrebbero essere ricondotti alla mitica popolazione greca

  • Nella mitologia greca le Amazzoni erano una popolazione di donne guerriere
  • Andavano a cavallo, erano abili nell’uso delle armi e combattevano guerre
  • In uno scavo archeologico in Azerbaigian sono tornate alla luce antiche tombe con resti femminili sepolti insieme ad armi
  • L’analisi delle ossa rivela una deformazione alle dita per l’uso dell’arco e il bacino largo dovuto all’uso prolungato dei cavalli
  • I gioielli trovati nelle tombe erano destinati a donne sacerdotesse o ritenute dee

 

Le Amazzoni sono realmente esistite? Una recente ricerca archeologica condotta in Azerbaigian sembrerebbe fornire prove sull’esistenza della mitica popolazione di donne guerriere vissute nell’antica Grecia.

Il mito

Nelle leggende, le Amazzoni erano guerriere temute e formidabili che vivevano ai margini del mondo conosciuto. Ercole e Achille dimostrarono il loro valore in duelli contro le regine amazzoni, mentre Ciro di Persia, Alessandro Magno, il generale romano Pompeo e gli Ateniesi affrontarono tutti in battaglia le donne guerriere. Le Amazzoni a cavallo, armate di arco e frecce, combattevano e cacciavano proprio come gli uomini e per millenni sono state raccontate dal mito e avvolte nel mistero.

Durante gli scavi presso una necropoli dell’Età del Bronzo, situata a Nakhchivan, gli archeologi hanno portato alla luce tombe contenenti resti femminili insieme ad armi come punte di freccia, pugnali di bronzo e mazze risalenti a circa 4000 anni fa. Le temibili donne erano famose per la loro società libera dagli uomini e per la loro abilità sul campo di battaglia.

Gli studi sulla conformazione delle ossa

La scoperta recente si ricollega ad altri ritrovamenti degli anni passati. Nel 2019, i resti di quattro donne guerriere sepolte con punte di freccia e lance sono stati trovati in Russia e, nel 2017, gli archeologi armeni hanno portato alla luce i resti di una donna che sembrava essere morta per ferite in battaglia, poiché una punta di freccia era conficcata nella sua gamba. All’inizio degli anni ’90, vicino al confine con il Kazakistan, furono ritrovati i resti di una donna sepolta con un pugnale.

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Nel sito di Nakhchivan alcuni scheletri rivelano che le donne avevano usato ampiamente archi e frecce. La storica Betty Hughes ha dichiarato a The Observer: «Le loro dita sono deformate per l’uso prolungato delle frecce. I cambiamenti alle articolazioni delle dita non si verificano solo durante la caccia. Inoltre la conformazione delle ossa e il bacino molto aperto mostra che trascorrevano molto tempo in sella a cavallo». Nelle tombe sono state trovate inoltre collane di corniola, una pietra semipreziosa in uso alle alte sacerdotesse e alle dee.

 

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