Siamo riconoscibili da come respiriamo: è il nostro identikit nascosto

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Siamo riconoscibili da come respiriamo: è il nostro identikit nascosto

| 14/08/2025
Fonte: Pexels

Quando il respiro diventa una password biologica

  • Ogni persona ha un’impronta respiratoria unica, come l’impronta digitale
  • Un nuovo dispositivo monitora il respiro per 24 ore in modo continuo
  • Il sistema ha riconosciuto i partecipanti con un’accuratezza del 97%
  • Il respiro rivela dati su peso corporeo, ansia e depressione
  • Potrebbe nascere un nuovo metodo per diagnosticare disturbi mentali

 

Altro che impronta digitale o riconoscimento facciale: ora anche il modo in cui respiri può dire chi sei. Sì, proprio quel banale entra-ed-esci d’aria dal naso che fai ogni secondo della tua vita può essere tracciato come un codice segreto. E no, non è una trovata da thriller tecnologico, ma uno studio serio, pubblicato su Current Biology, condotto dal Weizmann Institute of Science in Israele.

Gli scienziati hanno sviluppato un dispositivo portatile – che non è un gadget modaiolo ma un aggeggio da infilarsi dietro il collo con due tubicini nel naso – per registrare il tuo respiro giorno e notte. Il risultato? Hanno scoperto che il nostro schema respiratorio è così personale da poter diventare uno strumento d’identificazione. Altro che PIN del bancomat.

Impronta respiratoria e salute mentale

Il dispositivo è stato testato su 97 persone sane che hanno respirato ininterrottamente per 24 ore sotto osservazione (non chiederti come abbiano dormito con i tubi nel naso). I dati raccolti, 24 parametri per ogni partecipante, sono stati poi dati in pasto a un algoritmo che, come un detective digitale, è riuscito a riconoscere i soggetti con una precisione del 97%.

Ma non è finita qui. I ricercatori hanno incrociato i dati del respiro con l’indice di massa corporea e con test su ansia e depressione. E sai cosa hanno scoperto? Che il respiro svela ben più di una semplice identità: può parlare del tuo stato emotivo e persino del tuo peso. Letteralmente, si può “annusare” se sei stressato o giù di corda.

Il respiro di chi ha la pancetta

Persone con un indice di massa corporea più alto mostravano impronte respiratorie particolari, soprattutto durante la notte. Insomma, la bilancia non mente, ma nemmeno il tuo naso. Come se non bastasse, chi soffre di ansia o depressione tende a inspirare o espirare in modo diverso. Un esempio? I soggetti più depressi inspirano più rapidamente, forse per mancanza di voglia di trattenere il respiro… o la vita.

Certo, non è che ora basti osservare come uno sbuffa per fare diagnosi psicologica da bar. Però l’idea che il respiro, una funzione che diamo per scontata, possa svelare tanto sulla nostra salute mentale e fisica è, per lo meno, interessante.

Leggi anche: Il modo in cui respiriamo influisce su peso e salute mentale

Un giorno il respiro potrebbe curare

L’obiettivo a lungo termine di questo studio è creare sistemi complementari per la diagnosi precoce di disturbi psicologici, usando proprio lo schema respiratorio. E magari, perché no, pensare a terapie di supporto che partano dal respiro stesso. Una nuova forma di mindfulness scientifica, in cui inspirare e espirare non è solo rilassante, ma anche diagnostico. Quindi la prossima volta che fai un bel respiro profondo, sappi che stai lasciando una traccia. E no, non solo nel cuore di chi ti ama, ma in un database potenzialmente pronto a dire tutto di te: ansie, chili di troppo e stati d’animo inclusi.

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