Stai andando in bagno abbastanza spesso? Te lo dice un esperto

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Stai andando in bagno abbastanza spesso? Te lo dice un esperto

| 04/11/2023
Fonte: Twitter

Il prof. Martin Veysey si è incentrato sulla frequenza di evacuazione

  • Il gastroenterologo Martin Veysey ha voluto precisare ogni quanto bisognerebbe andare in bagno
  • A suo dire va fatto quando se ne sente lo stimolo
  • Il bisogno va assecondato, in quanto può essere dannoso trattenersi
  • Rimandare significa che i residui del cibo mangiato rimangono nel corpo più a lungo di quanto dovrebbero
  • Si deve inoltre prestare attenzione ai segnali di un transito lento

 

Non è sicuramente un bell’argomento di cui parlare, ma prima o poi tutti ce lo siamo chiesti:  andiamo in bagno abbastanza spesso? A rivelarcelo è un gastroenterologo, il professor Martin Veysey che ha dichiarato che, per quanto riguarda la frequenza di defecazione, bisogna farla “quando se ne sente lo stimolo”. Ha però precisato che, quando scappa, si deve assecondare il bisogno. Può infatti essere particolarmente dannoso trattenersi.

L’esperto medico ha affermato che i problemi di urgenza, come l’improvviso bisogno di andare in bagno, la diarrea e/o la stitichezza, possono essere tutti segnali di un transito lento. Scrivendo su The Conversation, il Prof. Veysey ha condiviso: “Prendere l’abitudine di rimandare significa che i residui del cibo mangiato rimangono nel corpo più a lungo di quanto dovrebbero. Il tempo di transito si allunga e la qualità della vita peggiora”.

Come capire se si va in bagno abbastanza spesso

In più ha aggiunto: “In media, nell’arco della nostra vita produciamo circa sei tonnellate di feci, composte da acqua, batteri, sostanze azotate, carboidrati, sostanze vegetali non digerite e lipidi (grassi). Più a lungo questa miscela di cose rimane dentro di noi, più è soggetta a fermentazione e decomposizione. Ciò produce non solo tanta aria nell’intestino, ma anche sostanze chimiche note come metaboliti, che entrano in contatto con il rivestimento intestinale e possono essere assorbite”.

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Ha spiegato che un tempo di transito più lungo è stato collegato anche al cancro intestinale, ai calcoli biliari, ai polipi del colon e alle emorroidi. Se ti abbiamo incuriosito e vuoi capire com’è il tuo transito, secondo il Prof. Veysey tutto ciò che dovrai fare è ingerire una manciata di chicchi di mais dolce crudo e fare attenzione ai chicchi gialli nel tuo movimento intestinale. Per un transito regolare la durata dovrebbe essere compresa tra le 8 e le 24 ore. Se ciò non fosse, per migliorare l’abitudine intestinale, è consigliabile aumentare l’apporto di fibre e liquidi, fare esercizio fisico regolare e soprattutto “quando il colon chiama, ascoltarlo”.

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