Quando l’amore sembra un turno extra di responsabilità domestiche (e mentali)
- Alcune relazioni si trasformano in dinamiche “genitore-figlio” dove uno si prende cura di tutto
- Questo accade spesso a chi da piccolo ha dovuto essere “il grande di casa” troppo presto
- La parentificazione non è amore, ma un’inversione di ruoli che mina l’equilibrio affettivo
- Il partner che si assume tutto il carico mentale finisce per esaurirsi e perdere intimità
- Per spezzare il ciclo serve dialogo, limiti chiari e, se necessario, un aiuto terapeutico
“Hai preso le chiavi? Hai chiamato l’idraulico? Hai… vissuto oggi?”: se queste frasi ti suonano familiari, potresti non essere solo una persona organizzata, ma un genitore onorario del tuo partner. Accade spesso, soprattutto a chi ha imparato presto che “amare” significa “occuparsi di tutto”.
Gli psicologi chiamano questo fenomeno parentificazione, cioè l’inversione dei ruoli tra chi dovrebbe ricevere e chi finisce per dare sempre. È un copione che nasce nell’infanzia, quando ci si ritrova a fare da adulti troppo presto. E da lì in poi, diventa quasi automatico: se non ti occupi di qualcuno, ti senti inutile.
La sindrome della super-responsabile
Da adulti, chi ha vissuto questa dinamica spesso sceglie – senza volerlo – partner “da accudire”. Così la coppia si trasforma in un piccolo asilo sentimentale: uno fa da mamma, l’altro da eterno figlio distratto. In apparenza funziona: la casa è pulita, le bollette pagate, e nessuno si scorda l’anniversario. Ma a che prezzo?
Dietro l’efficienza si nasconde un’enorme fatica emotiva. L’amore diventa gestione, la complicità cede il passo al dovere e la passione si prende una vacanza non retribuita. Perché, come ricorda la terapeuta Kate Balestrieri, quando i ruoli diventano rigidi, l’intimità si spegne e il partner “genitore” resta senza spazio per sé.
Leggi anche: Paga l’affitto alla fidanzata “in difficoltà”, ma lei usa i soldi per tradirlo
Spezzare il ciclo (senza sensi di colpa)
Non è colpa di nessuno, ma tocca a qualcuno cambiare copione. Il primo passo è parlare chiaro: chi fa cosa? Che cosa non vuoi più gestire da sola? E soprattutto, dove sono finiti i tuoi bisogni? Se il dialogo non basta, fermarsi non è egoismo, è autotutela. E chiedere aiuto a un terapeuta non è segno di debolezza, ma di lucidità. Alla fine, l’amore non è un corso di recupero per adulti distratti. È un patto tra due persone, non tra un genitore e un figlio. E se ti togli il mantello da supereroina per un giorno, potresti scoprire che anche gli altri sanno volare – basta lasciarglielo fare.

La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.greenme.it/salute-e-alimentazione/psicologia/sei-sicura-che-sia-amore-forse-stai-solo-facendo-da-genitore-al-tuo-partner/
- https://www.sexandpsychology.com/blog/podcast/episode-394-are-you-being-a-parent-to-your-partner/
- https://parade.com/living/common-signs-youre-parenting-your-partner-according-to-psychologists
developed by Digitrend