Stanca di chattare con un bot, simula un incendio in casa per parlare con un umano

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Stanca di chattare con un bot, simula un incendio in casa per parlare con un umano

| 20/01/2024
Fonte: Pexels

Un provvedimento estremo, ma che ha dato i suoi frutti

  • Sania Shah ha cercato per un mese intero di farsi ricontattare dall’azienda di consegne Evri
  • Ha mandato e-mail e chiamato, ma ha ricevuto assistenza solo da un robot in chat
  • Disperata, è ricorsa ad una misura estrema
  • Ha raccontato in chat che un corriere aveva dato fuoco alla sua casa, allegando anche una foto generica
  • Il giorno dopo, miracolosamente, è stata contattata da una persona fisica

 

A molti sarà capitato di dover inseguire un’azienda di consegne per avere aggiornamenti sul proprio pacco, che si tratti di un rimborso o di una sostituzione. Tuttavia una donna ha portato la sua frustrazione oltre il limite e ha preso provvedimenti drastici. La protagonista di questa vicenda, che stava cercando di ottenere un rimborso da Evri in quanto non era riuscita a consegnare i pacchi della sua piccola impresa, ha deciso di ricorrere a misure estreme per parlare con una persona fisica e non con un robot.

Sania Shah ha infatti dichiarato di essere stata costretta a fingere che un autista della Evri avesse dato fuoco alla sua casa per convincere l’azienda a rispondere dopo averla “ignorata” per un mese. La donna ha raccontato di aver cercato di contattare il servizio di consegna dopo che due clienti avevano chiesto il rimborso di articoli che non erano arrivati, lasciandole 200 sterline in tasca. La ventisettenne, che vende abiti su misura, ha sostenuto dunque di aver chiamato e mandato e-mail a Evri ogni giorno per un mese per rintracciare i pacchi mancanti – senza fortuna – prima di decidere di chattare con loro.

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Sonia è riuscita ad ottenere quanto richiesto

Disperata di risolvere finalmente la questione al telefono e non con un robot, Sania ha raccontato a Evri in chat che un corriere aveva dato fuoco alla sua casa, allegando anche una foto generica nel tentativo di rendere più convincente la sua storia. Com’è andata a finire? Evri ha finalmente soddisfatto la sua richiesta di parlare con qualcuno. Il giorno seguente Sania ha infatti ricevuto una telefonata da quella che crede essere la sede centrale dell’azienda. A quel punto ha confessato la frode ma ha detto di aver dovuto prendere “misure estreme” per poter avere un contatto con una persona che non fosse un robot. La sua sfacciata bugia non è stata però vana, perché il personale l’ha aiutata a presentare un ricorso per ottenere un rimborso e non rimanere senza soldi. Insomma, a mali estremi, estremi rimedi.

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