Storie inquietanti sugli amici immaginari dei bambini

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Storie inquietanti sugli amici immaginari dei bambini

| 25/10/2023
Fonte: Pexels

Amici immaginari o spiriti?

  • I bambini sembrano vedere cose che noi adulti non percepiamo
  • Non sono rari i casi in cui parlano con amici immaginari
  • Questa cosa, crescendo, sparisce ma lascia dietro di sé qualche domanda
  • Soprattutto quando questi amici immaginari ricordano qualcuno che non c’è più
  • In queste storie gli amici più che immaginari sembrano reali

 

Si crede che i bambini siano più sensibili alle anime dei defunti. Sarà forse per questo motivo che ogni volta che parlano con amici immaginari i nostri peli si rizzano? Molte storie di amici immaginari sembrano anche storie di spiriti. Eccone alcune, raccontate su una community, che ci hanno messo i brividi.

Quattro racconti di amici immaginari

Quando ero piccola affermavo di avere un’amica immaginaria, che aveva i capelli castano chiaro, indossava una vestaglia da notte, e aveva le stelle al posto degli occhi. Bene, mia nipote vive nella casa della mia infanzia e mi ha detto che ha un’amica a cui manco e che chiede perché me ne fossi andata. Quando le ho chiesto chi fosse ha descritto la mia vecchia amica immaginaria“.

Quando ero un bambino avevo un amico immaginario di nome Derek che era una copia carbone di me. Eravamo completamente identici. Ho giocato con Derek per anni, più a lungo di quanto fanno i bambini normali. Ma guardava sempre mia madre e mia sorella maggiore con un senso di tristezza. Alla fine non lo vidi più. Ventitré anni dopo, cercando dei documenti nella cassaforte di mia madre, ho trovato un certificato di morte. Un bambino nato morto il giorno del mio compleanno di nome Derek. Solo allora ho scoperto di essere un gemello e il mio gemello, Derek, era morto durante il parto. Inquietante, vero?

Una volta un bambino mi ha detto che non voleva andare in chiesa perché ‘il mio amico invisibile dice che non può seguirmi là dentro’.”

Uno dei miei zii (chiamiamolo Steve) ha perso un amico d’infanzia quando aveva circa sette anni. Steve e il suo amico (chiamiamolo Jack) stavano giocando e si erano sporcati un po’ nel fango. La madre di Steve ha dato a Jack un paio di scarpe di Steve in prestito per cambiarsi, visto che le sue erano molto sporche. Quando il padre di Jack è andato a prenderlo, si sono dimenticati del cambio di scarpe e Jack è accidentalmente andato via con le scarpe prestate. Purtroppo Jack e suo padre, quel giorno hanno avuto un terribile incidente d’auto sulla strada di casa e Jack, sette anni, è venuto a mancare. La famiglia lo fece seppellire con le scarpe che aveva addosso, quindi quelle di Steve.

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Trent’anni dopo, a una riunione di famiglia nel 2010, mia cugina Sara (di se anni) stava giocando da sola con i giocattoli in una stanza. Mio zio Steve le si è avvicinato e le ha chiesto in che modo stesse giocando. Sara gli ha risposto che stava giocando con un amico. Trattenendo un sorriso, Steve aveva chiesto chi fosse il suo amico immaginario. Sara ha continuato a giocare rispondendo che stava giocando con il suo amico Jack e che “gli dispiace di aver dimenticato di restituirti le scarpe”. La mascella di mio zio è quasi caduta. Non parlava di Jack da anni, figuriamoci raccontare quella storia a una bambina di sei anni“.

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