Tanzania: l’epidemia di risate che colpì la popolazione negli anni ’60

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Tanzania: l’epidemia di risate che colpì la popolazione negli anni ’60

| 30/07/2025
Fonte: Pexels

Lo strano caso dell’isteria di massa in Tanzania

  • Nel 1962, in un istituto femminile, tre studentesse iniziarono a comportarsi in modo strano
  • Le ragazze ridevano e piangevano senza controllo
  • Ben presto, quegli scompensi emotivi contagiarono l’intera classe e si diffusero nella comunità
  • Ebbe così origine un’epidemia di risate isteriche che durò per ben due anni e mezzo
  • Le cause di questo incredibile fenomeno non sono ancora state chiarite: ecco le ipotesi più accreditate

 

Può un’epidemia essere esilarante? In un certo senso, sì: è questo il caso del peculiare contagio che negli anni ’60 colpì la Tanzania, all’epoca chiamata Tanganica. Si trattò di un fenomeno decisamente incredibile quanto tragico, a discapito delle apparenze. Tutto ebbe origine nel 1962 all’interno di un istituto scolastico femminile di Kashasha. Tre studentesse iniziarono a manifestare comportamenti anomali, tra cui crisi di pianto, attacchi isterici e risate incontrollate.

Come un’onda, le ragazze contagiarono l’intera classe. L’inarrestabile riso, in poco tempo, si propagò anche al di fuori delle mura dell’aula, diffondendosi in altre scuole e nell’intera comunità. A essere colpite dall’assurda epidemia furono circa 1.000 persone, che per mesi sperimentarono scompensi emotivi invalidanti, come episodi di pianto e risate irrefrenabili che potevano durare da pochi minuti a giorni interi. Fortunatamente, non ci furono morti o danni permanenti. La situazione tornò alla normalità circa due anni e mezzo dopo il primo caso.

Le cause del contagio

Qual è stato il fattore scatenante che ha provocato questa epidemia? Ad oggi, la causa del contagio non è stata ancora individuata con certezza. Gli esperti hanno formulato tre ipotesi. La prima sostiene che a essere responsabile della malattia sia stato un virus trasmesso per via aerea. A smentirla, però, ci sono le analisi condotte sui pazienti all’epoca dei fatti, che hanno messo in luce l’assenza di qualsiasi anomalia.

Altri esperti ritengono che l’epidemia di risate sia stata provocata da un’intossicazione alimentare. Tuttavia, l’analisi dei rifornimenti di cibo e acqua dei collegi dove comparvero i primi focolai sembra aver confutato anche questa ipotesi. Infine, un’ultima teoria sostiene che si sia trattato di un fenomeno di natura prettamente psicologica.

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Esaminando i dati, gli scienziati hanno messo in luce che la maggior parte delle persone colpite dall’epidemia erano donne giovani appartenenti ai ceti più umili della società. Le altre categorie sociali, invece, pur essendo entrate a contatto con i soggetti infetti, non svilupparono la malattia. Secondo questa ipotesi, dunque, sintomi come crisi isteriche e risate irrefrenabili rappresenterebbero una modalità inconscia per esprimere il senso di ansia e impotenza rispetto a una situazione fortemente dolorosa e stressante da cui non si riesce a trovare alcuna via di fuga.

 

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