Ti tiene in standby? Forse sei in una backburner relationship

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Ti tiene in standby? Forse sei in una backburner relationship

| 30/04/2025
Fonte: Pexels

Stai lì, in stand-by emotivo, rispondi ai messaggi e nutri speranze… ma in realtà sei solo in una backburner relationship

  • Una backburner relationship è una relazione tenuta in standby, dove una persona non viene scelta ma nemmeno lasciata andare
  • Chi mantiene vivo questo legame lo fa per bisogno di conferme, controllo o per tenersi una via di fuga emotiva
  • I segnali tipici includono comunicazione intermittente, mancanza di chiarezza e coinvolgimento emotivo unilaterale
  • Restare in questa dinamica può compromettere l’autostima e ostacolare relazioni autentiche
  • La consapevolezza e la scelta di voltare pagina sono fondamentali per uscire da questa zona grigia

 

Hai presente quella vecchia padella sul fornello posteriore che nessuno ha il coraggio di buttare? Ecco, benvenuto nella meravigliosa giostra delle backburner relationship, le relazioni in cui non sei né carne né pesce. O meglio, sei carne… ma messa sottovuoto in attesa di una futura, ipotetica grigliata. Qui non si parla di ex che ogni tanto riaffiorano come funghi dopo la pioggia, ma di quelli che non sono mai andati via davvero, che ti mandano un “ehi, come va?” giusto il tempo di tenerti nella lista degli affetti riciclabili.

Ti scrivono solo quando sono annoiati, o quando il/la partner ufficiale è in palestra. Ti fanno sentire speciale – tipo “sei l’unico con cui posso parlare di queste cose” – ma poi spariscono quando tiri fuori parole tipo “vediamoci” o, peggio, “cosa siamo noi?”. In quel momento la connessione internet scompare misteriosamente, come la voglia di risposte chiare.

Perché qualcuno ti tiene in caldo senza mai servirti a tavola?  

Dietro una backburner relationship non c’è amore, c’è strategia. E non strategia alla Machiavelli, ma alla “ho bisogno di attenzioni gratuite, ma senza rotture di scatole”. Mantenerti nel loro radar serve solo a non sentirsi soli – insomma, sei un booster emotivo sempre pronto all’uso. Come il Wi-Fi del vicino: sempre disponibile, mai davvero tuo.

Chi ti tiene lì non è indeciso. Al contrario, sa perfettamente cosa vuole: non te, ma neanche qualcun altro che ti voglia. Sei il loro piano B, il paracadute emotivo. In caso di turbolenze sentimentali, torni utile. E se nel frattempo trovi qualcun altro che ti tratta come un essere umano, cominceranno con frasi tipo “non pensavo che ci allontanassimo così” o “ero davvero legato a te”. Certo. Come al telecomando del condizionatore: non lo usano mai, ma guai a perderlo.

Perché sì, tenerti vicino è comodo. Dà sicurezza. E pazienza se tu nel frattempo ti consumi nell’attesa di un messaggio che dica qualcosa di più profondo di “sei sveglio?”.

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Come capisci se sei il loro backup romantico? Occhio ai messaggi random e ai silenzi chirurgici

Facciamo un test rapido. Ti scrive dopo giorni di silenzio con un “pensavo a te”? Ti propone uscite mai concretizzate con scuse più fantasiose di una stagione di Grey’s Anatomy? Ti senti in colpa se provi a chiedere “ma noi cosa siamo?” e lui/lei risponde con un ghigno da ghosting imminente?

Complimenti, sei su quel fornello posteriore. Sei il fuoco basso che tiene in caldo una pietanza che forse un giorno verrà servita. Ma probabilmente no. E nel frattempo ti scotti solo tu.

Il bello – si fa per dire – è che tutto questo avviene spesso con la complicità dei social: like alle storie, reazioni ai post, meme mandati alle due di notte. Piccoli segnali che ti fanno pensare “forse gli/le interesso ancora”. No. Ti tengono in vita digitale come un Tamagotchi. E tu, da bravo/a, rispondi, sorridi, speri.

Quello che meriti (spoiler: non è stare su un fornello spento)

Meriti qualcuno che ti scelga alle otto del mattino, con il caffè ancora mezzo addormentato, non alle due di notte con l’ormone in vacanza. Meriti un amore che non abbia bisogno di pause, ripensamenti o piani di riserva. Meriti qualcuno che sappia cosa vuole – e che, tra tutte le opzioni, scelga te.

Non restare lì a farti cuocere a fuoco lento nella pentola del “forse”. Spegni quel fornello. Chiudi il coperchio. E vai a cena con qualcuno che abbia davvero fame. Di te.

 

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