Tradimento: e se la colpa (un po’) fosse anche tua?

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Tradimento: e se la colpa (un po’) fosse anche tua?

| 04/11/2025
Fonte: Pexels

Psicologa spiega perché chi viene tradito dovrebbe guardarsi dentro prima di puntare il dito

  • La psicologa e coach di relazioni Sadia Khan sostiene che, in certi casi, anche chi viene tradito può avere un ruolo indiretto nella dinamica
  • Il tradimento resta sempre una scelta individuale, ma chi lo subisce più volte dovrebbe analizzare i propri comportamenti e le proprie scelte sentimentali
  • Khan invita a riflettere su quanto si tollerano segnali d’allarme e red flag, spesso ignorati per paura o abitudine
  • L’esperta afferma che “le persone non mentono, ti mostrano i segnali d’allarme dal primo giorno” e che chi presta attenzione difficilmente può essere ingannato
  • Anche l’uso di emoji sospette può diventare un piccolo campanello d’allarme di una doppia vita digitale

 

Ammettiamolo: quando si parla di tradimento, la prima reazione è sempre quella di cercare un colpevole. E di solito, non siamo noi. Ma secondo la psicologa e coach di relazioni Sadia Khan, dovremmo forse smettere di puntare il dito e iniziare a guardarci allo specchio. Non per giustificare chi tradisce, ma per capire se, nel copione della coppia, abbiamo avuto un ruolo che ha favorito certe dinamiche.

Khan ha lanciato la provocazione durante un podcast che ha acceso il dibattito: essere traditi non è mai colpa nostra, ma ignorare i segnali può renderci complici inconsapevoli di ciò che accade. L’esperta invita a riflettere su quanto spesso scegliamo partner emotivamente distanti o ripetiamo schemi che ci portano a tollerare situazioni tossiche.

Le red flag che ignoriamo (fin troppo spesso)

“Di solito le persone non mentono. Possono dire bugie, ma ti mostreranno i loro segnali d’allarme, praticamente dal primo giorno”. Parola di Sadia Khan. In altre parole, chi tradisce raramente lo fa “a sorpresa”: i campanelli d’allarme c’erano, solo che non li abbiamo voluti ascoltare.

L’esperta sostiene che imparare a leggere questi segnali è fondamentale per evitare di cadere più volte nello stesso schema. Se una persona ci sembra disinteressata, distante o incline a comportamenti ambigui, forse non è la nostra “metà mancante”, ma un test evolutivo che stiamo fallendo per troppa speranza.

Quando l’intuizione vale più di mille emoji

Un altro dettaglio curioso sottolineato da Khan riguarda la comunicazione digitale: sì, anche le emoji possono tradire. L’uso frequente di simboli ambigui o casuali, soprattutto in chat “parallele”, può essere un modo per mascherare conversazioni compromettenti. Non serve un investigatore privato, ma un po’ di intuito e meno autoinganni.

Khan ribadisce che non si tratta di controllare ossessivamente il partner, ma di ascoltare quella parte di noi che “sente” quando qualcosa non torna. Secondo lei, “se presti molta attenzione al tuo partner, allora è molto difficile per lui vivere una doppia vita senza che tu te ne accorga”.

Il tradimento come occasione di consapevolezza

L’idea di essere, anche solo in parte, corresponsabili del tradimento può far storcere il naso. Eppure, come spiega Khan, il suo messaggio non è accusatorio, ma liberatorio. Se comprendiamo le nostre dinamiche interiori, possiamo evitare di ripetere gli stessi errori. La prevenzione, dice, nasce dall’ascolto di sé e dall’attenzione ai segnali, fin dal primo giorno della relazione.

Questa visione sposta il discorso dal “perché mi ha tradito?” al più utile “perché ho ignorato ciò che non mi faceva stare bene?”. È una prospettiva che toglie potere alla rabbia e restituisce autonomia emotiva.

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Meno colpe, più coscienza

Il punto non è sentirsi in colpa, ma smettere di recitare la parte della vittima eterna. Il tradimento, per quanto doloroso, può diventare un’occasione per capire cosa non funziona nel nostro modo di vivere l’amore. Sadia Khan ci invita a una sfida più complessa del perdono: la consapevolezza. Perché, se è vero che chi tradisce sceglie di farlo, chi si lascia tradire senza mai cambiare qualcosa rischia di riscrivere lo stesso copione. Con o senza emoji di troppo.

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